www.cresmedaily.it - Newsletter di economia del CRESME a cura di Giorgio Santilli

Newsletter di economia del CRESME a cura di Giorgio Santilli

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ISTAT ha diffuso i prezzi delle abitazioni nel 3° trimestre: dato congiunturale stabile, tendenziale a +1,8%. Nuove abitazioni a +8%. L'analisi dei prezzi CRESME nel Rapporto congiunturale: +2,1% tendenziale nominale a ottobre pari a un -3,8% in termini reali. Fra le città metropolitana bene Venezia, male Roma.
Mentre i previsori nazionali e internazionali frenano le stime del PIL italiano per il rallentamento degli investimenti, gli enti locali continuano la galoppata sul fronte degli investimenti fissi lordi in costruzioni e nei primi dieci mesi del 2023 fanno registrare un totale di 11.232 milioni, con una crescita del 27% e una proiezione a fine anno di oltre 14 miliardi. I dati riguardano stavolta pagamenti effettivi della PA e la fonte è SIOPE, il sistema informativo sulla spesa degli enti locali del Ministero dell'Economia.
Bankitalia frena ancora sulle previsioni di crescita nel 2024: venerdì scorso ha rivisto al ribasso i numeri sul PIL italiano passando dallo 0,8% di ottobre a 0,6%. Via Nazionale si attesta così sulla previsione più bassa, se si fa eccezione per il Centro studi Confindustria che prevede 0,5%. Nel grafico le previsioni di organismi nazionali e internazionali prima dell'aggiornamento.
Biennio difficile per le costruzioni europee, con una dinamica della produzione settoriale che passa dal rallentamento della crescita nel 2022 a una contrazione sia nel 2023 che nel prossimo anno. Una situazione estremamente diffusa tra i vari mercati nazionali.
Nel confronto con gli altri Paesi europei l’Italia produce pochissime nuove abitazioni: nel triennio 2020-2022 sono state 1,5 ogni mille abitanti contro una media di 3,6 dei Paesi europei occidentali e un picco, quello della Svezia, di 6,5 abitazioni per mille abitanti oppure, tra i grandi Paesi, quello di 5,7 della Francia.
La demografia entra nelle case e ci aiuta a capire quel che accadrà al patrimonio residenziale nei prossimi anni. Il CRESME ha utilizzato le proprie previsioni sull'invecchiamento della popolazione e sulle persone che vivranno sole, incrociandole con il numero di edifici esistenti senza ascensore, per stimare la domanda potenziale di ascensori.
Gli occupati in Italia erano 23 milioni e 42mila nel febbraio 2020, alla vigilia dello scoppio della Pandemia, che - fra marzo e giugno - fece scendere di oltre un milione di unità, fino a 22 milioni e 24mila, la popolazione con lavoro. Nel settembre 2023 l'ISTAT ha registrato 23 milioni e 656mila occupati, un milione e 632mila unità in più rispetto al punto più basso della Pandemia nel giugno 2020 e, quel più conta, 614mila unità sopra il livello pre-Covid. Il dato provvisorio di ottobre di ISTAT fa salire il numero degli occupati a 23.683.000, con un ulteriore incremento di 27mila unità (641mila sopra il livello pre-Covid). La stretta occupazionale conseguente alla crisi sanitaria è un lontano ricordo, ma alcuni fattori innescati dalla reazione alla Pandemia hanno contribuito a mutazioni profonde e strutturali del mercato del lavoro. Un fenomeno che si manifesta in questi mesi è la crescita dell'occupazione a un ritmo sostenuto anche con il PIL che rallenta fortemente (+0,1% congiunturale nel 3° trimestre 2023). "Cosa sta accadendo nel mondo del lavoro?" è una domanda che al momento non ha risposte solide, ma molti sono i fattori che concorrono a questo andamento.
Alcune correzioni rispetto al primo semestre, ma per i prezzi alla produzione delle costruzioni lo scenario europeo resta lo stesso, con aumento del livello dell’indice tra il 2019 e il 2023 superiore al 30% in 7 paesi su 18. L’Italia si conferma in decima posizione, con stima rivista al ribasso (+26,7% contro +27,7% di giugno). Viceversa, in Germania aggiustamento al rialzo, con aumento dell’indice oltre i 40 punti percentuali; nella stessa direzione, ma con revisioni più significative, il blocco dei paesi dell’Est, Polonia e Slovacchia in testa, e Danimarca. Stime al ribasso per Paesi Bassi, Portogallo, Svezia e Regno Unito. Sono le stime di EUROCONSTRUCT al 1° dicembre.
I dati appena pubblicati dall’Osservatorio del Mercato Immobiliare (OMI) dell’Agenzia delle Entrate confermano l’andamento negativo delle compravendite di abitazioni con il calo del -11,8% nei primi nove mesi del 2023 rispetto allo stesso periodo del 2022. Tuttavia si può rilevare un elemento di ottimismo dal calo più moderato dell’ultimo trimestre (il terzo del 2023) con il -10,4% che si aggiunge ai precedenti dati rilevati del primo trimestre (-8,3%) e del secondo trimestre (-16,0%). Nel complesso dei primi nove mesi 2023, i capoluoghi registrano un calo del -12,7% mentre gli altri comuni mostrano una migliore tenuta con il -11,5%.
Il 2023 riconduce alla fisiologia il mercato dei lavori pubblici. Crollano del 20% il numero e del 58% gli importi di "appalti interrotti" nel corso delle prime fasi: bandi ritirati, gare non svolte o non aggiudicate, aggiudicazioni revocate. Sono 262 nei primi dieci mesi del 2023 per un importo di 2.740 milioni messi a gara contro i 326 per 6.533 milioni nello stesso periodo del 2022. Difficile dire a chi spetti il merito di questa normalizzazione, ma gli indiziati principali sono tre: il PNRR con le sue regole semplificate che impongono tempi blindati per le varie tappe della procedura; il nuovo codice degli appalti; la grande quantità di opere messe in appalto.