www.cresmedaily.it - Newsletter di economia del CRESME a cura di Giorgio Santilli

Newsletter di economia del CRESME a cura di Giorgio Santilli

BCE: nell’Eurozona settore costruzioni ancora debole, ripresa del PIL da inizio 2024 ma sarà lenta. Imprese più vulnerabili in Italia e Germania

"Sebbene la crescita del PIL dell'area euro si confermi debole, ci si aspetta che mostri miglioramenti a inizio 2024". La previsione della Banca centrale europea, contenuta nel Bollettino economico pubblicato ieri giovedì 8 febbraio, è di "lenta" ripresa del PIL nel 2024 dopo un 4° trimestre 2023 che potrebbe chiudersi ancora in negativo. BCE segnala le difficoltà del settore costruzioni e lancia l'allarme sull'accresciuta vulnerabilità delle imprese in Italia e Germania.

Dall’analisi di BCE sulle costruzioni appare chiaro che l’Italia, con il suo anomalo quarto trimestre di improvvisa e forte espansione, collegata alle scadenze del Superbonus, costituisce un’eccezione nel panorama dell’Eurozona. Sofferenza soprattutto per il settore residenziale. “Nel quarto trimestre del 2023 – scrive la Banca centrale europea – gli investimenti nel settore dell’edilizia residenziale hanno verosimilmente subito un’ulteriore riduzione, come evidenziato dagli indicatori sia quantitativi sia qualitativi. Il prodotto nelle costruzioni, che rappresenta un indicatore anticipatore degli investimenti immobiliari, a ottobre e a novembre è sceso in media dell’1,1 per cento rispetto al livello medio osservato nel terzo trimestre. Inoltre, le misure dell’attività desunte dalle indagini, quale l’indicatore della Commissione europea relativo all’andamento dell’attività edilizia negli ultimi tre mesi e il PMI per l’edilizia residenziale, sono rimaste in  territorio di contrazione fino a dicembre 2023, nonostante un lieve miglioramento registrato negli ultimi due mesi del quarto trimestre dell’anno” (si veda il grafico).

Nell’indagine della Commissione europea presso le imprese e i consumatori sui fattori che limitano l’attività nel settore delle costruzioni “l’insufficienza della domanda è stata citata dalle imprese più frequentemente nel quarto trimestre rispetto al terzo trimestre del 2023 ed è rimasta il fattore più menzionato, seguita dalla carenza di manodopera”. Le concessioni edilizie per gli edifici residenziali (misurati in superficie) sono aumentate a settembre, ma nel complesso hanno continuato a diminuire significativamente nel terzo trimestre, dopo cinque trimestri consecutivi di flessione. “Tale tendenza – chiosa il Bollettino economico – persistente al ribasso nell’ambito delle concessioni indica che nel prossimo futuro la dinamica degli investimenti nel settore dell’edilizia residenziale probabilmente rimarrà debole, in coerenza con il sommesso indebitamento delle famiglie per prestiti per l’acquisto di abitazioni”.

Toccato anche il settore delle costruzioni, sia pure dopo il settore industriale per livello di rischio, dalla situazione di vulnerabilità delle imprese che il Bollettino economico della BCE tratta come un vero e proprio allarme in un’indagine apposita (capitolo 5). La ragione risiede nel fatto che l’indice dei fallimenti di impresa ha raggiunto il livello più alto dal 2015, primo anno in cui fu realizzato, e la quota di imprese vulnerabili è balzato dal 6 al 9% rispetto all’edizione 2023 dell’indagine. Fra i quattro grandi Paesi dell’Eurozona, Germania e Italia presentano la quota più alta al 9%, mentre fra i settori l’industria presenta una quota dell’11%, seguita da costruzioni e commercio al 10%.

Dall’occupazione arrivano ancora i segnali maggiormente positivi. “Il mercato del lavoro – scrive BCE – continua a mostrare capacità di tenuta, malgrado gli indicatori più recenti forniscano segnali di raffreddamento, a causa di un’attività economica più debole”. Il tasso di disoccupazione è tornato al livello più basso dall’inizio dell’euro, collocandosi al 6,4% a novembre dal 6,5% di ottobre. Questo nonostante la continua crescita delle forze di lavoro.

I prezzi delle materie prime non energetiche sono rimaste stabili, ma per effetto del calo dei prezzi alimentari e del “lieve aumento dei prezzi dei metalli”.

Sul piano della politica monetaria, dopo la decisione del 25 gennaio scorso di mantenere fermi i livelli dei tassi, la Banca centrale europea conferma, di fronte a un’inflazione salita al 2,9% a dicembre, che “le decisioni future del Consiglio direttivo assicureranno che i tassi di interesse di riferimento della BCE siano fissati su livelli sufficientemente restrittivi finché necessario”.

 

Il testo del Bollettino economico della BCE è disponibile al link

https://www.bancaditalia.it/pubblicazioni/bollettino-eco-bce/2024/bol-eco-1-2024/bolleco-BCE-1-2024.pdf