www.cresmedaily.it - Newsletter di economia del CRESME a cura di Giorgio Santilli

Newsletter di economia del CRESME a cura di Giorgio Santilli

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Secondo il rapporto dell’Organizzazione Internazionale del Lavoro, l’Italia è il Paese del G20 a economia avanzata che ha perso di più in termini di retribuzioni reali. Inflazione, produttività stagnante e scarsa copertura salariale hanno inciso profondamente sui redditi da lavoro.
L’attuale congiuntura economica e settoriale in Europa è tutt’altro che favorevole. In base agli ultimi dati del network Euroconstruct, dello scorso dicembre, il PIL dell’area è cresciuto meno dell’1% lo scorso anno e le costruzioni hanno subito una riduzione del 2,4% dell’output, dopo averlo contratto dell’1,3% nel 2023.
Il settore delle costruzioni rappresenta uno dei pilastri fondamentali dell’economia italiana, con un ruolo chiave nella crescita occupazionale e nello sviluppo infrastrutturale del Paese. Gli ultimi dati forniti da Unioncamere-ANPAL, ISTAT e il Rapporto Excelsior delineano un quadro in cui la domanda di lavoro è in forte espansione, ma si scontra con una difficoltà crescente nel reperire personale qualificato.
L'analisi dei dati provenienti da fonti istituzionali e studi accademici evidenzia che la popolazione straniera in Italia offre un contributo sostanziale all'economia nazionale. Questo apporto si manifesta attraverso la partecipazione al mercato del lavoro, il sostegno al sistema fiscale e previdenziale, la vivacità imprenditoriale e il bilanciamento delle tendenze demografiche sfavorevoli. Pertanto, politiche volte a favorire l'integrazione e la valorizzazione delle competenze degli immigrati possono rappresentare un investimento strategico per il futuro economico e sociale del Paese.
L’invecchiamento della popolazione e l’automazione avanzata sono spesso considerati fattori di crisi per i sistemi economici moderni. La prima mette sotto pressione il welfare, minacciando la sostenibilità delle pensioni e dei servizi sanitari, mentre la seconda rischia di erodere il mercato del lavoro, aumentando la disoccupazione tecnologica.
Negli ultimi vent’anni il Mezzogiorno d’Italia ha subito un forte calo demografico, con una perdita di circa 700.000 residenti tra il 2001 e il 2023. Il fenomeno è stato determinato principalmente dall’emigrazione, più di 1,35 milioni di italiani hanno lasciato il Sud, e l’arrivo nello stesso periodo di circa 650.000 stranieri non è bastato a bilanciare la perdita.
Una delle grandi questioni sul tavolo del dibattito economico riguarda il tema della crescita significativa dell’occupazione di fronte alla contenuta crescita del PIL. Le risposte a questo fenomeno che riguarda non solo le costruzioni, non solo l’Italia ma l’Europa, vengono individuate in vari aspetti rilevanti.
Negli ultimi dieci anni, l’Italia ha registrato un trend apparentemente contraddittorio: incremento del tasso di occupazione accompagnato da crescita significativa della povertà assoluta. Questo fenomeno evidenzia come l’aumento dell’occupazione non sia stato sufficiente a garantire migliori condizioni economiche per una parte consistente della popolazione, sollevando interrogativi su dinamiche del mercato del lavoro, qualità dell’occupazione ed efficacia delle politiche di welfare.
Le nuove stime sulla dinamica del settore delle costruzioni in Europa (presentate a Milano in dicembre) delineano un quadro instabile ma in miglioramento. Dopo una contrazione dell’output settoriale del -1,3% nel 2023, il 2024 si chiude a -2,4% e sarà così l’anno peggiore per le costruzioni dalla pandemia, ma segnerà il passaggio verso una nuova fase, di crescita modesta: nel 2025 l’output aumenterà dello 0,6%, per consolidare il ritmo espansivo nei due anni che seguono, sebbene rimanendo sotto il 2% (+1,8% e +1,7% rispettivamente nel 2026 e nelle prime proiezioni per il 2027).
Il settore delle costruzioni, traino della ripresa economica post-COVID, ha vissuto un periodo di forte crescita nel biennio 2021-2022 grazie agli incentivi come il Superbonus 110%. Tuttavia, a partire dal 2023, il comparto sta affrontando un rallentamento dovuto alla progressiva riduzione degli incentivi fiscali e a un calo della domanda privata.