www.cresmedaily.it - Newsletter di economia del CRESME a cura di Giorgio Santilli

Newsletter di economia del CRESME a cura di Giorgio Santilli

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ISTAT ha pubblicato l'atteso dato degli investimenti in costruzioni di febbraio che avrebbe dovuto segnare - e infatti segna - l'inizio della discesa del dopo-Superbonus: il dato negativo significativo (in un panorama di dati che ancora si mantengono positivi) è la flessione congiunturale del 3,9%, dopo quattro mesi consecutivi positivi. I numeri indice a 136,6 (dati destagionalizzati) e a 137,3 (dati grezzi) restano ancora a livelli molto alti rispetto al 2021 (=100) e anche rispetto a febbraio 2023, quando erano rispettivamente a 128,6 e 124,6.
Dato tendenziale (grezzo) a sorpresa che rappresenta il quinto valore degli ultimi 44 trimestri (i primi quattro tutti nel 2018-2019) e traina il risultato annuale, con 10.683.735 metri quadrati autorizzati, che segue i 10.166.304 del 2022 quando si registrò +2,8%. In caduta nel 2023, invece, l'edilizia residenziale, sia per numero di permessi (-7,4%) che per superficie utile abitabile (-5.7%). Positivi i due dati tendenziali del quarto trimestre, rispettivamente +0,5% e +1,3%. I dati sono pubblicati dall'ISTAT.
Nella torta potete vedere i 12.912 soggetti entrati nel sistema di qualificazione degli appalti pubblici gestito dall'ANAC. In colore arancione le amministrazioni che sono riuscite a qualificarsi come stazioni appaltanti singole: gestiranno solo gli appalti della propria amministrazione. In colore verde le 8.630 amministrazioni che non potranno appaltare direttamente i propri lavori: si sono convenzionate con una delle 533 centrali di committenza (colore bianco) che saranno le vere regine del mercato.
Il contributo dei residenti stranieri al bilancio delle nascite in Italia è risultato decisamente rilevante. Nel corso degli ultimi venti anni il conto delle nascite da madri straniere ha fatto registrare 1,76 milioni di culle in più, il 17% delle nascite complessive, a fronte di una incidenza delle donne straniere sul totale delle donne in età fertile che non va oltre il 9%.  Valutando l’andamento in serie storica, tuttavia, si osserva che dopo una prima fase di crescita, che tocca il suo punto di massimo con le 102mila nascite del 2012, oltre il doppio di dieci anni prima, nel periodo successivo si evidenzia un sistematico calo, fino alle 73mila nascite del 2022.
Il 2023 verrà ricordato come l’anno del nuovo tracollo degli investimenti in edilizia abitativa. Un tracollo che è generalizzato nel vecchio continente (e non solo), ma mostra un’intensità particolare nei mercati nordici. In base agli ultimi dati del network Euroconstruct di dicembre, Danimarca, Finlandia, Norvegia e Svezia, che rappresentano il 9% degli investimenti in nuove abitazioni nei 15 paesi con dinamica in calo nel biennio 2023-2024, risultano essere responsabili di quasi un quarto del calo complessivo.
Banca d'Italia registra che "già nel 2022 il fenomeno dei mutui verdi era in rapida evoluzione". Lo ha detto il vicedirettore generale di Via Nazionale, Paolo Angelini, al convegno sui principi ONU per la finanza verde per la sostenibilità del settore immobiliare, delle infrastrutture e dei progetti di trasformazione urbana che si è tenuto giovedì scorso a Milano. Bankitalia stima, sulla base di una indagine svolta dalle filiali territoriali su 244 banche individuali, che il flusso dei mutui verdi sia stato nel 2022 pari a circa il 12% delle erogazioni totali di mutui.
Il traino PNRR riporta il rapporto fra investimenti fissi lordi e PIL a livelli da anni '80, con picco al 2025, quando il valore raggiungerà il 3,5%. Lo prevede il DEF 2024, approvato dal Consiglio dei ministri martedì 9 aprile e trasmesso dal MEF in Parlamento. Dal 2023 al 2027 questo rapporto non scenderà mai sotto il 3% (si veda il grafico), divenendo così uno dei dati salienti (e più stabili) dell'economia italiana dei prossimi anni.
Le imprese italiane consolidano gli spiragli di ottimismo che si erano affacciati nel 4° trimestre 2023 e migliorano le aspettative sulla condizione economica generale e sulle aspettative di business della propria azienda. Pesa la tensione nel Mar Rosso: un terzo delle imprese ha subito ritardi o rincari nell'approvvigionamento di input. Lo registra la consueta indagine trimestrale di Bankitalia sulle aspettative delle imprese su inflazione e crescita, effettuata con interviste ad aziende con oltre 50 dipendenti divise nei settori dell'industria in senso stretto, dei servizi e delle costruzioni. L'attesa sull'inflazione è di forte ridimensionamento sia a breve che a medio termine. Migliorano anche i giudizi sul credito e sulle condizioni per investire. Il settore delle costruzioni resta di gran lungo il più fiducioso. In particolare, sulle previsioni della domanda a tre mesi prevalgono di gran lunga quelli che la vedono in miglioramento: il saldo fra chi vede un miglioramento e chi vede un peggioramento è +39,4 (+1 per chi vede miglioramento, -1 per chi vede peggioramento, 0 per chi vede condizioni stabili). Le imprese edili vedono però prezzi alla produzione ancora più alti degli altri settori: +4,1%, in ribasso rispetto al +4,4% del 4° trimestre 2023, ma ancora molto più alto della media generale (2,5%).
Il Consiglio dei ministri ha approvato il DEF in versione leggera, in attesa di ricevere le linee guida della commissione UE sull'attuazione del nuovo patto di stabilità europeo: solo tendenziali senza il capitolo programmatico. L'ultima volta era successo nel passaggio di consegne da Draghi a Meloni.
Il nuovo scenario ambientale, caratterizzato da eventi critici, mostra con chiarezza come il peggioramento delle condizioni climatiche determini un aggravarsi dei danni che queste producono e dei costi che è necessario affrontare per intervenire post-eventi. In Italia dal 1944 a luglio 2023 si stimano danni prodotti da terremoti e dissesto idrogeologico per 358 miliardi. Tra 1944 e 2009 si sono spesi mediamente 4,2 miliardi di euro all’anno, dal 2010 al 2023 la spesa è salita a 6 miliardi. Ma mentre la spesa per riparare i danni degli eventi sismici è rimasta sui livelli storici (2,7 miliardi contro nel periodo 2009-2023 contro 3,1 del passato), quella per riparare ai danni del dissesto idrogeologico la spesa è triplicata passando da una media di 1 miliardo all’anno a 3,3 miliardi.