www.cresmedaily.it - Newsletter di economia del CRESME a cura di Giorgio Santilli

Newsletter di economia del CRESME a cura di Giorgio Santilli

ANCE: costruzioni a +5% nel 2023 e a -7,4% nel 2024. Effetto Superbonus sulle manutenzioni straordinarie (-27%), crescita delle opere pubbliche limitata al 20% per le criticità PNRR

L'ANCE ha presentato ieri l'Osservatorio congiunturale con la stima del consuntivo 2023 e la previsione 2024 per gli investimenti in costruzioni: lo scorso anno si è chiuso con un +5%, dovuto in buona parte alla forte accelerazione dell'ultimo trimestre, mentre per il prossimo i costruttori prevedono un -7,4% rispetto al 2023 che è il combinato disposto della fine del Superbonus e del mancato decollo della spesa PNRR.

La stima 2023 merita di essere approfondita perché tiene conto dei segnali di accelerazione di fine anno, dovuti in gran parte alla coda finale del Superbonus e alla necessità di fatturare entro il 31 dicembre per non perdere gli incentivi sulla quota di lavori realizzati. Il dato annuale stimato da ANCE sui lavori svolti con Superbonus è una delle maggiori sorprese dell’Osservatorio, illustrato dal direttore del centro studi ANCE, Flavio Monosilio: 44 miliardi, 9 più del 2023. Una lenta agonia per il maxincentivo che dovrebbe finire nel 2024, quando si tradurrà effettivamente in una contrazione del 27% della manutenzione straordinaria abitativa (si veda la tabella). “Ora serve una politica stabile, con il riordino degli incentivi e un piano per il dopo-2026”, hanno chiesto la presidente di ANCE, Federica Brancaccio, e il vicepresidente con delega al Centro studi, Piero Petrucco.

Sulla previsione 2024 l’altro dato che pesa è il +20% di spessa per le opere pubbliche: sembra una crescita elevata, ma certamente è al di sotto di quello che avrebbe potuto essere un incremento davvero straordinario se il PNRR avesse effettivamente rispettato la tabella di marcia in termini di spesa effettiva. Così non è stato e sale la preoccupazione dell’ANCE sulla concreta attuazione del PNRR per varie ragioni:

  • lo stralcio dei progetti PNRR dei comuni che nel 2023 hanno presentato una forte crescita (più generale) sia dei lavori appaltati sia della spesa effettiva, con un incremento stimato dalla Ragioneria generale in +41%;
  • le difficoltà crescenti per le grandi opere nei percorsi autorizzativi che appaiono difficoltosi – nonostante la corsia preferenziale prevista dal decreto legge 77/2021 – anche per le molte prescrizioni progettuali che richiedono verifiche continue e rallentano i progetti esecutivi e l’apertura dei cantieri;
  • lo spostamento generato dalla revisione del PNRR di investimenti, obiettivi e tranche di finanziamento tutti verso il 2026, con minori incassi nel 2024 e il rischio di provocare una carenza di liquidità per il pagamento delle opere proprio nel momento in cui è richiesta la massima accelerazione, fra la fine 2024 e il 2025.