www.cresmedaily.it - Newsletter di economia del CRESME a cura di Giorgio Santilli

Newsletter di economia del CRESME a cura di Giorgio Santilli

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Nel 2023, basandoci sui dati dell’Agenzia delle Entrate, le compravendite di abitazioni dovrebbero essersi attestate a 706.000 unità, 78.000 meno del 2022. Nel 2024 secondo le previsioni del CRESME si dovrebbe registrare un'ulteriore flessione del 4%. Se la previsione si rivelerà corretta si tratta di un calo sul 2022 di 106.000 abitazioni, una flessione in due anni del 14%. La nuova fase di stagnazione economica 2023-2024 e le condizioni di mercato, in particolare inflazione e costo del denaro, hanno inciso sulla domanda di case in Italia, frenando il mercato immobiliare e creando tra l’altro il ritorno del problema della locazione per molte famiglie che non possono più accedere ai mutui a causa della crescita dei tassi di interesse. La questione abitativa sta tornando in molte aree urbane italiane. L’oggetto di questa nota è però capire a che punto siamo con le compravendite nel corso di questi anni 2000 attraversati da grandi crisi e cambiamenti.
Ha suscitato grande interesse sui giornali e sui magazine internazionali la notizia che la Corea del Sud, Paese con il più basso tasso di fecondità al mondo, lo abbia ulteriormente ribassato nel 2023 calando da 0,78 a 0,72. Di questo passo al 2100 la popolazione sudcoreana sarà dimezzata. Per mantenere costante la popolazione nel tempo serve un tasso di fecondità (numero di bambini nati per le donne fra 14 e 50 anni) del 2,1.
La sostanza è salva. I Piani urbani integrati (PUI), che avevano ricevuto 2.703 milioni di euro dal combinato disposto PNRR+PNC ed erano poi stati definanziati con la revisione del Piano, hanno recuperato le loro risorse grazie al decreto legge PNRR 4 e potranno andare avanti, per altro senza più l'assillo della conclusione entro giugno 2026 che effettivamente ben pochi dei piani avrebbero rispettato. L'articolo 37 delle bozze di decreto legge circolate dopo l'approvazione del 26 febbraio in Consiglio dei ministri ripristina in realtà solo i 2.439,8 milioni del PNRR.
"Held in suspense", titola The Economist nel suo ultimo numero, economia mondiale appesa a un filo. O poco più di un filo. Alla fine della stagione delle previsioni d'inverno il bilancio vede ancora incertezza e rischi ma prevale un quadro di crescita debole - che scongiura pericoli di recessione - e un calo dell'inflazione più veloce di quanto atteso. L'OCSE sottolinea di aver rivisto di 0,2 punti il valore della crescita mondiale (+2,9%), con 0,6 punti di revisione verso l'alto per gli Usa (+2,1%) e 0,3 punti verso il basso per l'Europa (+0,6%). Previsione unanime per l'Italia, PIL a +0,7%.
Ci sono tre domande su quali politiche (e quali incentivi) siano necessari per perseguire gli obiettivi di efficienza energetica negli edifici in testa al questionario di 21 domande con cui il ministero dell'Ambiente ha posto in consultazione la versione aggiornata del PNIEC, Piano nazionale integrato energia e clima. La consultazione si chiuderà il 31 marzo, entro il 30 giugno il piano definitivo arriverà a Bruxelles. Pichetto: obiettivi realistici, Giornata di studio alla Camera.
Un aspetto fondamentale, innovativo in letteratura, del lavoro realizzato da sette ricercatori di Bankitalia sulla dotazione di infrastrutture scolastiche in Italia per la collana degli occasional papers "Questioni di economia e finanza" (n.827) è la costruzione di un set di indicatori ottenuti aggregando ed elaborando i dati raccolti per plesso dall'Anagrafe dell'edilizia scolastica del MIM. Di alcuni di essi diamo conto nel grafico, mentre una panoramica completa la daremo nel cuore dell'articolo. Qui è però fondamentale dare subito conto delle conclusioni del lavoro su almeno tre aspetti fondamentali: 1. la persistenza di squilibri territoriali nella dotazione infrastrutturale, particolarmente ampi per la scuola dell'infanzia e della scuola primaria, lungo il tradizionale asse nord-sud; 2. il riscontro di una correlazione diretta fra indici di dotazione infrastrutturale l'acquisizione delle competenze di base richieste dai programmi nazionali e una correlazione inversa rispetto ai fenomeni di abbandono scolastico; 3. l'apertura, nella primavera 2021, con il PNNR, di una nuova stagione per gli investimenti in infrastrutture scolastiche, con il riconoscimento del loro valore strategico ai fini della coesione sociale, ma al tempo stesso, il riscontro di un disallineamento della concreta allocazione sui territori dei 12 miliardi di finanziamenti rispetto ai fabbisogni sociali.
Le città italiane negli anni 2000, prima dell’avventura post-pandemica hanno contribuito a trainare verso il basso la crescita della produttività a causa della mancanza di investimenti in trasformazione urbana: la produttività delle principali città italiane ha avuto un andamento peggiore di quello già debole del Paese.
La spesa effettiva del PNRR attualmente rendicontata è di 45,6 miliardi, il 23% del totale del piano (194,4 miliardi). Il ministero delle Infrastrutture, titolare di più di un quinto delle risorse del Piano, ha speso a oggi 6.095 milioni, pari al 15% del suo budget complessivo. Meglio hanno fatto il ministero dell'Ambiente e della sicurezza energetica con 14.021 milioni (41,5%) e il ministero delle Imprese e del Made in Italy con 13.762 milioni (47,6%). Se si considera la percentuale di spesa fa meglio anche il ministero dell'Istruzione e del Merito che, con 2.988 milioni, si attesta al 17,5%. Un caso a parte il ministero dell'Interno che con 2.963 milioni è arrivato al 23,7% ma 2,7 miliardi di quanto speso va cancellato perché quei progetti (comunali) sono stati stralciati.
La Puglia fa -6,9%, la Campania -5,9%, il Lazio -5,8%, la Calabria -5.7%, la Sardegna .5%: è un'Italia spaccata in due quella raccontata dai dati delle Casse edili sulle ore lavorate nel mese di novembre 2023, ultimo dato reso disponibile alla Giornata nazionale organizzata il 15 febbraio dalla Commissione nazionale paritetica delle Casse edili (CNCE). Un dato tendenziale (confrontato a novembre 2022) molto interessante per varie ragioni.
I dati delle Casse edili per il 2023, resi noti dalla Conferenza nazionale paritetica delle Casse edili il 15 febbraio, confermano la netta prevalenza dell'edilizia privata nel mercato delle costruzioni: i cantieri completati nel corso dell'anno sono stati 207.497 e di questi (come si evince dal grafico) poco meno del 70% sono lavori privati. La situazione non cambia se si prendono in considerazione i cantieri attivati: sono stati 368.396 e di questi il 73% sono lavori privati.