www.cresmedaily.it - Newsletter di economia del CRESME a cura di Giorgio Santilli

Newsletter di economia del CRESME a cura di Giorgio Santilli

A febbraio prima botta per gli investimenti in costruzioni: dato congiunturale a -3,9%, comincia la discesa del dopo-Superbonus (resta positivo il tendenziale)

ISTAT ha pubblicato l'atteso dato degli investimenti in costruzioni di febbraio che avrebbe dovuto segnare - e infatti segna - l'inizio della discesa del dopo-Superbonus: il dato negativo significativo (in un panorama di dati che ancora si mantengono positivi) è la flessione congiunturale del 3,9%, dopo quattro mesi consecutivi positivi. I numeri indice a 136,6 (dati destagionalizzati) e a 137,3 (dati grezzi) restano ancora a livelli molto alti rispetto al 2021 (=100) e anche rispetto a febbraio 2023, quando erano rispettivamente a 128,6 e 124,6.

Il grafico illustra l’andamento dei numeri indice di produzione nelle costruzioni (IPC) realizzati su dati grezzi (arancione) e su dati destagionalizzati (verdi) dove 100 è la media 2021.

La scelta dei numeri indice è fatta proprio per fotografare come il livello del prodotto del settore si mantenga ancora molto alto rispetto alla storia dei mesi passati e quindi la flessione, attesa molto forte per il 2024, comunque dovrebbe mantenere la produzione su livelli ancora elevati rispetto agli anni precedenti al 2023.

L’indice dei dati destagionalizzati (136,6) ha solo due dati mensili più alti negli ultimi 26 mesi: dicembre 2023 (138) e gennaio 2024 (142,1) e anche questo è il risultato della forte crescita dei mesi scorsi (a luglio 2023 l’indice era a 127,9, quasi 9 punti sotto il livello attuale).

L’indice dei dati grezzi segna a febbraio un valore (137,3) che ha negli ultimi 24 mesi solo cinque dati più alti: nel 2023 marzo (146,3), maggio (138,2), ottobre (147,2) e novembre (145) e, a ritroso, solo il picco del marzo 2022 (137,6). Può essere utile ricordare che il valore annuale medio 2022 del numero indice è stato 121,2 e quello del 2023 è stato 128,9.

Tornando al dato di febbraio, al -3,9% congiunturale corrispondono valori tendenziali ancora molto alti: +10,2% è il tendenziale su dati grezzi e +5,9% quello su dati corretti per gli effetti di calendario.

Nella sua nota ISTAT commenta che “i livelli produttivi rimangono elevati e nella media degli ultimi tre mesi la crescita resta robusta”. La variazione dicembre 2023-febbraio 2024 su settembre-novembre 2023 risulta infatti +3,6%.

Bisogna ricordare, in conclusione, che ISTAT, in occasione dell’ultima revisione dell’IPC di gennaio 2021, ha completamente rivisto la metodologia di calcolo dell’indice che viene elaborato tenendo conto dell’unico input produttivo delle ore lavorate, in particolare acquisendo  il dato mensile dalle 106 Casse edili.