www.cresmedaily.it - Newsletter di economia del CRESME a cura di Giorgio Santilli

Newsletter di economia del CRESME a cura di Giorgio Santilli

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Se ci chiediamo quanto è cresciuta l’occupazione nelle costruzioni nel biennio boom, certamente i conti ufficiali non tornano. Non è che la contabilità nazionale sottostima ancora una volta il settore delle costruzioni? Tra 2020 e 2022 il settore delle costruzioni ha registrato una eccezionale crescita degli investimenti: a valori correnti, secondo l’ISTAT, si è passati dai 135,4 miliardi di euro del 2020 ai 219,3 del 2022, quasi 84 miliardi di euro in più, una crescita del 62%. Questo dato eccezionale è inferiore a quello stimato del CRESME, infatti secondo le nostre stime la crescita è stata di 99 miliardi +73,4%. La differenza è dovuta a una diversa valutazione del 2022: per l’ISTAT il 2022 si è chiuso con 219,3 miliardi di euro, per il CRESME con 234,3 miliardi.
I numeri si aggiornano continuamente e l'Autorità anticorruzione (ANAC) prevede che per fine anno si arrivi almeno a 4.000-4.500 stazioni appaltanti qualificate. Ma il dato che oggi salta agli occhi è un altro. Ai primi giorni di novembre c'erano 3.351 stazioni appaltanti qualificate e 8.317 amministrazioni pubbliche che avevano invece chiesto di poter appaltare in convenzione appoggiandosi a una stazione appaltante qualificata. Per ogni amministrazione qualificata ce ne sono almeno 2,5 che hanno deciso di appaltare mediante altro soggetto, rinunciando quindi a una qualificazione in proprio. La scrematura che era uno degli obiettivi dell'ANAC (e anche del codice 36) è cominciata. Aggiungiamo che altre 864 candidate non hanno superato l'esame di qualificazione.
Il 3° Rapporto annuale sulle opere strategiche del Servizio Studi della Camera, realizzato in collaborazione con ANAC e CRESME e presentato ieri a Montecitorio, contiene anche un esame attento delle opere infrastrutturali contenute nel PNRR: il quadro risulta chiaro per 117,5 miliardi dei 132,7 destinati dal Piano di resilienza alle infrastrutture. Nel grafico le differenze nello stato di attuazione fra Centro-Nord e Sud.
Gli investimenti del servizio idrico integrato (acquedotti, depurazione, fognature) sono passati dai 2.142 milioni di euro del 2016 ai 5.060 milioni previsti a fine 2023. La regolazione dell’Autorità di settore (ARERA), con tariffe certe e premi a chi recupera efficienza rafforza le gestioni industriali che investono per potenziare la rete, ridurre le perdite e migliorare il servizio
L’aumento dei tassi di interesse si sta trasferendo rapidamente all’economia reale e, tra le tante potenziali vittime, annovera anche il mercato immobiliare, in particolare il comparto della nuova costruzione residenziale. Forti segnali di arretramento delle vendite di nuove case arrivano proprio in questi giorni con la pubblicazione dei dati OMI – Agenzia delle Entrate relativi al secondo trimestre di quest’anno che indicano il calo delle compravendite pari al -40,9% rispetto allo stesso trimestre del 2022. Le nuove case vendute nel secondo trimestre 2023 sono meno di 14 mila contro le quasi 24 mila di un anno fa. Va osservato che anche il primo trimestre del 2023 era risultato ampiamente negativo con una discesa del -19,8% rispetto allo stesso periodo del 2022.
Bisogna attendere la riunione di Euroconstruct del 1° dicembre per avere un quadro aggiornato dei prezzi alla produzione per il settore delle costruzioni, ma i dati della stessa organizzazione europea al giugno 2023, rispetto al 2019, dicono due cose: che i livelli dei prezzi restano ancora molto alti, nonostante la flessione registrata quest'anno; che il fenomeno dell'inflazione del settore delle costruzioni è generalizzato in Europa. La Germania è quasi 12 punti sopra l'Italia. Da qui si può probabilmente trarre una terza considerazione: le variabili esogene pesano di gran lunga più di quelle endogene e nei rincari italiani c'è tanto effetto dei mercati internazionali dei materiali da costruzione e poco Superbonus. Giusto per riprendere le polemiche dei mesi scorsi.
Con il primo numero di CRESME DAILY sveliamo una delle ragioni del successo del Superbonus 110% nella società italiana (e in Parlamento). Si dice comunemente che a fare fatturato con il Superbonus siano stati solo i costruttori. Non è vero: il grafico qui a fianco dice che alle imprese di costruzioni è andato il 21,8%, ma il 18,2% è andato all'industria manifatturiera, il 13% a servizi di progettazione e piattaforme, il 13% a banche e intermediari finanziari. Anche lo Stato non dice tutta la verità sui costi dell'operazione e tende sempre a sottostimare il 34% di ritorno che ha avuto, in termini di maggiori entrate, dagli investimenti effettuati.