www.cresmedaily.it - Newsletter di economia del CRESME a cura di Giorgio Santilli

Newsletter di economia del CRESME a cura di Giorgio Santilli

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Il Piano per gli interventi infrastrutturali e per la sicurezza nel settore idrico (PNIISSI) ha generato proposte per 13,5 miliardi cui si aggiungono, al momento, richieste per 180 milioni di finanziamenti per le opere commissariate. A fronte di questo fabbisogno, le risorse già disponibili e ripartite ammontano 5.954 milioni di euro. Si tratta delle risorse del PNRR, della legge di bilancio 2023, del PON Infrastrutture e reti 2014-2020 e del PSC 2021-2027. Le risorse da recuperare per far fronte al fabbisogno complessivo ammontano a 7.726 milioni. A fare chiarezza sulle partite finanziare del settore idrico è l'Allegato Infrastrutture al DEF.
L'allegato Infrastrutture al DEF prova a fare ordine nei tanti numeri dei programmi di spesa e dei fondi disponibili dell'ANAS. Punto di partenza inevitabile il contratto di programma fra ANAS e governo 2021-2025, approvato lo scorso 21 marzo dal Comitato interministeriale per la politica economica e lo sviluppo sostenibile (CIPESS): il cdp vale in tutto 44.069 milioni di cui 23 miliardi già coperti e opere per 21 miliardi ancora da finanziare. I programmi per nuove opere salgono, con le nuove risorse del cdp, a 55.274 milioni, ripartiti come si vede nella torta, ma disponibili ci sono solo 19.067 milioni. Da reperire, quindi, 36.289 milioni.
Un enorme cantiere è quello diffuso nelle grandi città italiane per metropolitane e tranvie: vale 31,2 miliardi tutti finanziati e per gran parte con lavori già in corso. Un quadro programmato che non è tanto o solo effetto del PNRR, per una volta, ma dei piani messi in campo negli anni passati, con forte accelerazione a partire dal 2016. L'elenco dei progetti finanziati è una delle tavole più interessanti dell'allegato Infrastrutture al DEF (il cosiddetto DEF Infrastrutture) che, per il resto, non presenta grandi novità nella programmazione infrastrutturale italiana.
La Corte dei conti certifica il grande salto degli investimenti delle autonomie territoriali e in particolare dei comuni. Nel documento consegnato ieri alle commissioni Bilancio di Camera e Senato sul DEF un approfondimento è dedicato al tema, con numeri che lasciano il segno. La grande espansione - dice la Corte - comincia già con il 2018 e accelera nel 2023 grazie al PNRR. Nel 2017 gli investimenti comunali ammontavano a 8.336 milioni e quelli totali delle autonomie locali a 12.741. Nel 2023 valori pressoché raddoppiati: 24.862 milioni il totale, 16.328 i comuni. Il balzo del 2023 rispetto al 2022 è stato del 37,6% e del 40,3%.
ISTAT ha pubblicato l'atteso dato degli investimenti in costruzioni di febbraio che avrebbe dovuto segnare - e infatti segna - l'inizio della discesa del dopo-Superbonus: il dato negativo significativo (in un panorama di dati che ancora si mantengono positivi) è la flessione congiunturale del 3,9%, dopo quattro mesi consecutivi positivi. I numeri indice a 136,6 (dati destagionalizzati) e a 137,3 (dati grezzi) restano ancora a livelli molto alti rispetto al 2021 (=100) e anche rispetto a febbraio 2023, quando erano rispettivamente a 128,6 e 124,6.
Dato tendenziale (grezzo) a sorpresa che rappresenta il quinto valore degli ultimi 44 trimestri (i primi quattro tutti nel 2018-2019) e traina il risultato annuale, con 10.683.735 metri quadrati autorizzati, che segue i 10.166.304 del 2022 quando si registrò +2,8%. In caduta nel 2023, invece, l'edilizia residenziale, sia per numero di permessi (-7,4%) che per superficie utile abitabile (-5.7%). Positivi i due dati tendenziali del quarto trimestre, rispettivamente +0,5% e +1,3%. I dati sono pubblicati dall'ISTAT.
Nella torta potete vedere i 12.912 soggetti entrati nel sistema di qualificazione degli appalti pubblici gestito dall'ANAC. In colore arancione le amministrazioni che sono riuscite a qualificarsi come stazioni appaltanti singole: gestiranno solo gli appalti della propria amministrazione. In colore verde le 8.630 amministrazioni che non potranno appaltare direttamente i propri lavori: si sono convenzionate con una delle 533 centrali di committenza (colore bianco) che saranno le vere regine del mercato.
Il contributo dei residenti stranieri al bilancio delle nascite in Italia è risultato decisamente rilevante. Nel corso degli ultimi venti anni il conto delle nascite da madri straniere ha fatto registrare 1,76 milioni di culle in più, il 17% delle nascite complessive, a fronte di una incidenza delle donne straniere sul totale delle donne in età fertile che non va oltre il 9%.  Valutando l’andamento in serie storica, tuttavia, si osserva che dopo una prima fase di crescita, che tocca il suo punto di massimo con le 102mila nascite del 2012, oltre il doppio di dieci anni prima, nel periodo successivo si evidenzia un sistematico calo, fino alle 73mila nascite del 2022.
Il 2023 verrà ricordato come l’anno del nuovo tracollo degli investimenti in edilizia abitativa. Un tracollo che è generalizzato nel vecchio continente (e non solo), ma mostra un’intensità particolare nei mercati nordici. In base agli ultimi dati del network Euroconstruct di dicembre, Danimarca, Finlandia, Norvegia e Svezia, che rappresentano il 9% degli investimenti in nuove abitazioni nei 15 paesi con dinamica in calo nel biennio 2023-2024, risultano essere responsabili di quasi un quarto del calo complessivo.
Banca d'Italia registra che "già nel 2022 il fenomeno dei mutui verdi era in rapida evoluzione". Lo ha detto il vicedirettore generale di Via Nazionale, Paolo Angelini, al convegno sui principi ONU per la finanza verde per la sostenibilità del settore immobiliare, delle infrastrutture e dei progetti di trasformazione urbana che si è tenuto giovedì scorso a Milano. Bankitalia stima, sulla base di una indagine svolta dalle filiali territoriali su 244 banche individuali, che il flusso dei mutui verdi sia stato nel 2022 pari a circa il 12% delle erogazioni totali di mutui.