www.cresmedaily.it - Newsletter di economia del CRESME a cura di Giorgio Santilli

Newsletter di economia del CRESME a cura di Giorgio Santilli

Il grafico sulle procedure di appalto del primo quadrimestre ci dice che stiamo entrando in una normalità post-PNRR: ad aprile siamo al doppio del 2021 e vicini al 2023

A volte le immagini raccontano la realtà meglio dei numeri. Il grafico pubblicato qui ci dice che stiamo forse entrando in una fase di normalità nuova che non è più la straordinarietà del Pnrr ma neanche i livelli pre-Pnrr. Le procedure di affidamento di appalti di aprile evidenziano - dopo il crollo di inizio 2024 - un importo molto vicino a quello del 2023 e superiore di quattro volte a quello del 2020 (eravamo in pieno Covid) e di due volte al 2021. Aspettiamo i prossimi mesi per capire se questa nuova normalità sia destinata a consolidarsi o meno.

Il valore totale di aprile 2024 è di 4 miliardi e 44 milioni contro i 956 milioni del 2020, i 2.038 milioni del 2021, i 5.271 milioni del 2022 e i 4.416 milioni del 2023.

Il fenomeno che stiamo descrivendo non è del tutto nuovo perché a marzo il dato 2024 era stato addirittura superiore al 2022: 3.536 contro 3.212 milioni. Impossibile qualunque confronto con il 2023 perché il marzo 2023 è stato uno dei mesi record del periodo Pnrr con 8.074 milioni di procedure di lavori avviate.

Anche il dato complessivo del primo quadrimestre conferma questa fotografia visto che i 10,2 miliardi del 2024 sono lontanissimi dai fuochi d’artificio del 2023 (20,7 miliardi) e dal dato del 2022 (18,6 miliardi) ma nettamente più alti del valore del 2020 (7,8 miliardi) e di quello del 2021 (8,7 miliardi).

Nell’osservazione dei prossimi mesi bisognerà anche mettere a fuoco se queste procedure di appalto si tradurranno poi in aggiudicazione con i ritmi velocissimi della fase Pnrr o se, con il ritorno all’ordinario, servirà più tempo.

Non è affatto escluso, per altro, che ad alimentare questo risultato piuttosto buono di aprile possa esserci anche una certa quota di appalti Pnrr, vale a dire le ultime code del primo piano Draghi e qualche anticipazione del piano rivisto Meloni-Fitto (questa seconda ipotesi è però abbastanza difficile perché, finché non sarà pubblicato il decreto MEF che recepisce la decisione dell’Ecofin dell’8 dicembre 2023, le amministrazioni sono praticamente ferme).