www.cresmedaily.it - Newsletter di economia del CRESME a cura di Giorgio Santilli

Newsletter di economia del CRESME a cura di Giorgio Santilli

Archivio

L'ANCE ha presentato ieri l'Osservatorio congiunturale con la stima del consuntivo 2023 e la previsione 2024 per gli investimenti in costruzioni: lo scorso anno si è chiuso con un +5%, dovuto in buona parte alla forte accelerazione dell'ultimo trimestre, mentre per il prossimo i costruttori prevedono un -7,4% rispetto al 2023 che è il combinato disposto della fine del Superbonus e del mancato decollo della spesa PNRR.
Bankitalia e Istat hanno reso noti ieri i dati sulla ricchezza degli italiani nel 2022 evidenziando la riduzione dell'1,7% in termini nominali e del 12,7% in termini reali della ricchezza netta (ricchezza lorda meno passività finanziarie). Sceso da 8,7 a 8,1 il rapporto fra ricchezza netta e reddito lordo disponibile. Torna a crescere dal 44,7% al 46,3% la quota della casa sulla ricchezza lorda delle famiglie. Era il 52,7% nel 2010.
I trasporti sono responsabili del 27% delle emissioni totali di Co2 e il 92,6% di questo 27% è generato dal trasporto su gomma. Il dato non è controverso a livello UE. Ma Ennio Cascetta, luminare dei trasporti ed ex capo dell'Unità di missione per le opere strategiche del MIT, ora presidente di Tecne (ASPI), lo usa per ribaltare i ragionamenti sottostanti le politiche UE in materia di decarbonizzazione dei trasporti. L'auto elettrica e la ferrovia non bastano: con le politiche attuali si arriva a ridurre le emissioni fra 15 e 33%, lontani dal 43% entro il 2030 che è l'obiettivo UE.
Nel record di 93,9 miliardi di appalti messi in gara o avviati a procedura senza gara nel 2023, il dato più straordinario è quello dei comuni che hanno totalizzato 24,6 miliardi, il 108% più del 2022. Anche sottraendo i 7 miliardi dell'inceneritore di Roma, restano oltre 17 miliardi. Il CRESME ha svolto anche una specifica analisi sui lavori PNRR dei comuni che fino a ottobre era pari al 44%: traslata sull'intero 2023 fa 7,5 miliardi. Se si considerano anche 2021 e 2022, si arriva a 12 miliardi. Questo al netto degli appalti comunali messi in gara da Invitalia.
L'economia mondiale frena nel 2024 dopo un finale di 2023 molto debole. Bankitalia nel suo Bollettino economico sottolinea le difficoltà di Usa e Cina ed evidenzia il rallentamento in tutti i grandi Paesi, l'OCSE stima una frenata del prodotto mondiale dal 2,9% del 2023 a 2,7%. L'ISPI parla di "frammentazione dell'economia mondiale" come elemento caratterizzante il 2023. Il rischio di allargamento del conflitto in Medio Oriente, la crisi nel Mar Rosso e l'evoluzione della guerra in Ucraina aumentano i rischi al ribasso.
L'OCSE lo scrive più volte nel suo Rapporto Italia 2024 appena pubblicato: l'economia italiana è stata resiliente durante la crisi e ha dimostrato grande reattività alla pandemia, trainata da investimenti superiori della media UE. Ora, però, bisogna convivere di nuovo con un'economia che girerà a ritmi lenti nel 2024 (+0,7%) e darà segnali di ripresa contenuta nel 2025 (+1,2%). Decisiva la decarbonizzazione per crescere di più: urgente una strategia per l'immobiliare con "sovvenzioni e prestiti agevolati di lungo termine". Le misure post-110% sono "insufficienti".
La prima stima Istat dell'indice destagionalizzato della produzione nelle costruzioni indica una crescita a novembre dell'1% rispetto a ottobre. Si tratta del quarto dato congiunturale positivo consecutivo. Nella media del trimestre settembre-novembre la crescita è 2,4%. Su base tendenziale sia l'indice grezzo che quello corretto per gli effetti di calendario indicano per novembre +1,5%. Nella media dei primi undici mesi entrambi gli indici indicano un calo dell'1,2%. L'indice (base 2015) del dato tendenziale grezzo resta 16 punti sotto il picco di marzo 2022.
Altro storico record di bandi e procedure avviate: 93,9 miliardi (+13%). E' il dato CRESME 2023. Quegli 83 miliardi del 2022 sembravano inarrivabili; ma il 2023 ha smentito chi sosteneva che il PNRR fosse esaurito o, viceversa, ancora bloccato. L'incognita ora arriva dal dato dei comuni che passano da 11,8 a 24,6 miliardi (+108%): quanta parte sarà fermata dalla revisione del PNRR? Gli appalti integrati in calo (36% contro 40%). Picco a giugno, anche per la paura del codice; il dato di dicembre è più basso del 2022. Nel 2024 spinta PNRR esaurita ma non c'è effetto codice.
Il Report ANAC sui primi sei mesi di qualificazione delle stazioni appaltanti, dal 1° luglio a fine 2023, è una miniera di dati che delinea prime tendenze del processo riformatore che più cambierà l'assetto del sistema. Dai numeri si ricavano cinque fenomeni e una tendenza univoca, la semplificazione del sistema senza strappi e con la riduzione di soggetti appaltanti: 1. alto numero di bocciati fra chi ha fatto domanda; 2. peso elevato delle centrali di committenza; 3. peso superiore alle attese delle stazioni appaltanti nate da unioni di enti locali; 4. numero limitato di Sa possono fare grandi appalti; 5. elevato numero di Pa convenzionate.
Secondo la nostra stima tra 2022 e 2024 il mercato della riqualificazione straordinaria si ridurrà di un terzo, a valori correnti si passerà da 118,5 miliardi di euro a 79,4: saranno 39 miliardi di euro in meno. A valori deflazionati si tratta del -34,3%. Le decisioni prese dal governo e le dimensioni degli incentivi utilizzati, insieme a una posizione analiticamente leggera nel valutare tutti gli effetti degli incentivi, portano a questa dinamica. A valori costanti ci sarà un calo dell’11,6% nel 2023 e del 25,8% nel 2024.