Anzitutto perché, a fronte di un centro-sud che rallenta bruscamente, c’è un centro-nord che continua una crescita molto sostenuta,
I dati regionali evidenziano un +11,2% per la Val d’Aosta, +9,3% per l’Umbria, +6,2% per il Veneto, +5,2% per l’Emilia-Romagna, con la diffusa presenza di segni positivi in tutta l’area settentrionale se si fa eccezione per Piemonte e Friuli-Venezia Giulia,
Un altro aspetto che rende il dato delle ore lavorate estremamente interessante è che, contrariamente a quanto accaduto nei mesi passati, il dato occupazionale è nelle regioni meridionali in controtendenza molto netta rispetto al dato dei lavori Superbonus svolti che aveva sempre segnato l’andamento settoriale e occupazionale nel periodo 2021-2023. A novembre 2023 invece il dato è fortemente dissociato perché le ore lavorate si riducono rispetto al novembre 2022 mentre gli investimenti del Superbonus segnalati all’ENEA crescono in misura consistente in tutta Italia (4,76 miliardi contro 3,06 del 2022) ma anche nel Lazio (395 milioni contro 268) e nelle grandi Regioni del Sud (in Campania 373 milioni contro 175 e in Sicilia 279 milioni contro 163). Da segnalare anche che gli investimenti Superbonus in queste tre Regioni sono comunque più alti anche del dato di ottobre 2023.
Una prima ipotesi, “naturale” per aree in cui il lavoro nero è stato in passato un fenomeno diffuso, è che, appunto, sia tornato il lavoro nero in quantità più rilevanti ora che volge alla fine la stagione degli incentivi fiscali che comunque avevano contribuito a farne emergere.
Una interpretazione più articolata e suggestiva, che andrà verificata alla luce del dato di dicembre, quando si è registrata una esplosione di lavori denunciati all’ENEA per un totale dell’ordine dei 10 miliardi, è che da novembre sia cominciata una dissociazione fra lavori fatturati e dichiarati e lavori effettivamente realizzati.
La ragione di questo fenomeno starebbe nel fatto che a dicembre 2023 scadeva il termine per realizzare i lavori agevolati con il 110% (o anche con il 90%) e questo può aver generato l’interesse convergente di committente e impresa appaltatrice a fatturare un lavoro che si realizzi poi con maggiore gradualità nei mesi successivi. Questo potrebbe spiegare l’andamento fortemente positivo dei lavori Superbonus e il ripiegamento delle ore lavorate. Il dato del Lazio e del Sud potrebbe anche significare che proprio in queste Regioni il fenomeno è stato più accentuato. Questa ipotesi, che a prima vista sembra andare in direzione opposta rispetto a quella del ritorno del lavoro nero, non esclude che i due fenomeni possano convivere.
I dati di dicembre – a partire da quello delle ore lavorate – potrebbero confermare queste interpretazioni. Ma soprattutto ci dovrà dire se la forbice Nord-Sud è destinata ad allargarsi, mentre solo dai dati di gennaio, superate le “onde anomale” legate al Superbonus, capiremo se per il settore delle costruzioni e per la sua occupazione è cominciata una fase nuova di forte incertezza e instabilità.