Appare evidente dai dati (e dal grafico che pubblichiamo) che ben 116.925 cantieri completati, il 56% del totale, riguardano lavori di riqualificazione di edifici civili (90% privati e 10% pubblici). Si tratta evidentemente dell’ennesima conferma del traino del Superbonus anche nel 2023, nonostante la drastica e improvvisa frenata del governo Meloni fosse cominciata nel novembre 2022.
E non a caso abbiamo scelto, per una volta, il grafico dei lavori completati perché costituisce un altro tipo di risposta alle molte polemiche sul Superbonus, che si è rivelato uno strumento di politica economica – con tutti i suoi pesanti effetti negativi sulla finanza pubblica – capace di produrre un enorme quantità di lavori e non solo di iniziarli, ma anche di completarli. Come dire: per una volta, risultato centrato.
Nei molti dati pubblicati da CNCE un dato da tenere in considerazione, in relazione ai cantieri attivati, è il dato territoriale che evidenzia come la spinta del settore privato sia stata sostanzialmente omogenea in tutte le aree del Paese, con una punta del 75% nel Nordovest e il dato più basso nelle Isole con il 66%. Nel Nordest il dato è stato del 70%, nel Centro del 74%, nel Sud continentale del 71%.
Infine un dato interessante sulla scansione mensile dei cantieri attivi che evidenzia come il numero dei cantieri sia andato crescendo ininterrottamente da gennaio a novembre (ultimo dato disponibile) con le sole eccezioni di marzo e giugno, quando il dato è rimasto leggermente al di sotto di quello del mese precedente. Ebbene, se a gennaio i cantieri attivi erano 98.645, a novembre avevano raggiunto la cifra di 150.385. Questo spiega molto bene anche il boom delle costruzioni nel mese di dicembre, che ha sfruttato questa corsa, e nel quarto trimestre 2023, quando ha fortemente condizionato in positivo il dato ISTAT sul Pil complessivo del Paese.