www.cresmedaily.it - Newsletter di economia del CRESME a cura di Giorgio Santilli

Newsletter di economia del CRESME a cura di Giorgio Santilli

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Ad ogni nuovo rilascio della statistica demografica trova inesorabile conferma l’andamento in calo della popolazione residente in Italia. Un fenomeno ormai consolidato, frutto del processo di invecchiamento della struttura per età della popolazione che, facendo prevalere in maniera sempre più vistosa il numero di decessi rispetto a quello delle nascite, porta il bilancio naturale in negativo, fino a superare, dal 2014 in poi, il valore del saldo estero.
Accelerano i prezzi delle nuove abitazioni che nel 4° trimestre 2023 hanno registrato una crescita congiunturale del 3,5% e tendenziale dell'8,9% (nel terzo trimestre era stata del 7,9%). Per le abitazioni esistenti, invece, il dato congiunturale presenta il segno negativo (-0,8%) per il secondo trimestre consecutivo mentre il dato tendenziale evidenzia una crescita limitata al 3,5%. ISTAT ha diramato ieri i dati sui prezzi delle abitazioni evidenziando per il 2023 una crescita media annua del 5,6% per le nuove case e dello 0,4% per le abitazioni esistenti.
La tabellina che pubblichiamo è tratta dalla Relazione tecnica al decreto legge 19/2024 e racconta una prima verità sulla gigantesca operazione di smontaggio e rimontaggio del PNRR conclusa lo scorso 24 novembre. Ma è una verità parziale che ne nasconde altre. Verranno a galla con precisione nelle prossime settimane.
Il piano Banda ultralarga per le aree bianche si sarebbe dovuto concludere in tre tranche, a giugno 2020, a novembre 2020 e ad aprile 2022, ma i tempi di completamento del piano sono andati via via slittando in avanti e l'ultima programmazione di gennaio 2023 fissa il termine dell'intero piano a settembre 2024. A oggi, però, solo il 54% degli interventi è stato concluso e un altro 7% è in fase di collaudo. Il 35,5% è in lavorazione e addirittura c'è ancora un 3,5% in fase di progettazione.
La recente pubblicazione da parte dell’ISTAT del dato sulle nascite ha fatto molto discutere, rinnovando l’allarme sulla crisi di natalità. I 393.333 nati nel 2022, infatti, segnano un nuovo record negativo, con una contrazione del -1,7% rispetto all’anno precedente, ma osservando la serie storica si evidenzia che l’andamento delle nascite è in costante calo fin dal 2008, con una perdita complessiva nell’intero periodo che giunge al 31,8%.
Il 2023 si è chiuso con l'occupazione ancora in crescita nel settore delle costruzioni che nel quarto trimestre segna il secondo miglior risultato dell'ultimo decennio (dopo il secondo trimestre 2022) con un milione e 553mila occupati e una crescita dell'1,4% congiunturale e dello 0,4% tendenziale. Il dato destagionalizzato invita a maggiore prudenza con una frenata congiunturale dell'1% e introduce il tema oggi attuale: cosa accade a inizio 2024 con la fine degli incentivi e il dato sull'occupazione generale che segna una prima flessione dopo 12 trimestri di crescita ininterrotta (con l'eccezione del 3° trimestre 2022, stabile).
Cresce la quota degli impianti nel mercato delle opere pubbliche. Un fenomeno finora poco evidenziato che il CRESME sottolinea nel 10° Rapporto sul mercato degli impianti 2024-2026, presentato martedì a Milano. Il 2023 è un anno di forte espansione per il mercato pubblico degli impianti, "grazie a una ulteriore forte crescita dei livelli di spesa, che ha consolidato il trend in atto dal 2021, e a un aumento della domanda, per il secondo anno consecutivo". L'elaborazione CRESME evidenzia - dai bandi di gara - la crescita della quota del mercato delle opere pubbliche in cui siano previste attività rilevanti di installazione, manutenzione e gestione di impianti civili e industriali, realizzazione di nuovi impianti, riqualificazione, manutenzione e gestione di impianti esistenti, nonché costruzione/riqualificazione, manutenzione e gestione di altre opere complete di impianti civili e industriali. Questa quota, 53,3% nel 2002, nel 2023 è stata pari al 74,1%, evidenziando così la crescita della componente impiantistica nei lavori pubblici.
La riqualificazione energetica, gli investimenti in impianti di energie rinnovabili, l'aumento della componente tecnologica negli edifici, l'integrazione sempre più stretta tra impianto ed edificio, lo sviluppo dell'impiantistica nelle opere pubbliche: sono le spinte che hanno portato a una continua crescita della quota di mercato degli impianti sul valore totale delle costruzioni negli ultimi anni. Il CRESME, che ieri ha presentato a Milano il 10° Rapporto congiunturale sul mercato dell'installazione di impianti negli edifici (2024-2026), la stima per l'Italia nel 2024 al 32,5%, seconda in Europa dopo a Germania. Tuttavia, nel 2023 la corsa degli impianti in Europa si è fermata, con un mercato passato da 572,6 a 568,6 miliardi e una previsione di ulteriore calo nel 2024 a 559,1 miliardi.
La spesa per investimenti in costruzioni degli enti locali è stata pari a 2.484 milioni nel bimestre gennaio-febbraio 2024, con una crescita del 40% rispetto ai 1.775 milioni dello stesso periodo del 2023. Continua quindi la galoppata degli investimenti di comuni e province, esattamente ai ritmi registrati nel 2023, quando pure la crescita rispetto al 2022 era stata del 40,7%, con 16.390 milioni rispetto agli 11.649 dell'anno precedente.
L'ISTAT ha pubblicato i prezzi alla produzione per le costruzioni di gennaio: per gli edifici residenziali e non residenziali restano invariati su base mensile, mentre flettono dello 0,6% su base annua. I prezzi di strade e ferrovie registrano un calo congiunturale dello 0,1% e tendenziale del 3%. I numeri indici del 2023 rivelano tuttavia che lo scorso anno si è registrato un ulteriore aumento dell'1,4% per gli edifici dopo gli aumenti del 3,7% e dell'8,2% rispettivamente del 2021 e 2022, mentre le infrastrutture hanno avuto un andamento differenziato.