www.cresmedaily.it - Newsletter di economia del CRESME a cura di Giorgio Santilli

Newsletter di economia del CRESME a cura di Giorgio Santilli

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L'OCSE ha pubblicato ieri il lo Statistics News Release sull'inflazione rilevando il ritorno a una crescita dei prezzi dell'energia nel mese di marzo. La media dei Paesi OCSE ha registrato +0,6%, il primo dato positivo da aprile 2023. Se si considera il dato tendenziale, anno su anno, però, emergono profonde differenze da Paese a Paese, con un gruppo di Paesi, fra cui l'Italia, la Gran Bretagna e gli Stati Uniti che continuano ad avere dati fortemente negativi: rispettivamente -10,8%, -12,8%, -1,1%.
Anche l'Economic Outlook OCSE attribuisce all'Italia per il 2024 una crescita sotto l'1% del Governo, ferma a 0,66%, e la riporta nelle retrovie mondiali del PIL, allineata alla Francia (0,67%) e leggermente sotto l'Eurozona (0,73%). In questo gruppo di coda ci sono anche Giappone (+0,44%), Regno Unito (+0,25%) e Germania (+0,21%). Lontani gli Stati Uniti (+2,56%), mentre i Paesi emergenti tirano la volata ai Paesi G20 (+3,08%) e al Mondo (+3,07%). Il prodotto della Cina resta la grande incognita per lo sviluppo globale, l'India si conferma sempre più in testa.
Continuano per il terzo mese consecutivo le oscillazioni minime per i prezzi alla produzione nel settore delle costruzioni che di fatto segnano una sostanziale stabilizzazione a inizio 2024. Per gli edifici residenziali e non residenziali dopo il +0,1% registrato sia a gennaio che a febbraio è arrivato a marzo un -0,1%. Per le infrastrutture stradali e ferroviarie, dopo lo zero di gennaio e il +0,2% di febbraio, a marzo si è registrato un -0,1%. I livelli restano tuttavia ancora molto elevati rispetto al 2021: i numeri indice con base 2021=100 segnano 108,8 per gli edifici e 111,9 per le infrastrutture.
La leggera accelerazione congiunturale del PIL nel 1° trimestre 2024 (+0,3% contro il +0,1% del 4° trimestre 2023) non cancella la sostanziale anemia della crescita italiana di questa fase, ben rappresentata dai valori del tendenziale: è fermo a+0,6%, il valore più basso dal dopo-Covid, cioè dal 4° trimestre 2020. Addirittura in discesa rispetto al +0,7% del 4° trimestre 2023 e comunque in linea con il 2° e 3° trimestre 2023,a conferma della situazione stagnante e senza prospettive ben rappresentata dalla linea verde nel grafico.
Il Piano per gli interventi infrastrutturali e per la sicurezza nel settore idrico (PNIISSI) ha generato proposte per 13,5 miliardi cui si aggiungono, al momento, richieste per 180 milioni di finanziamenti per le opere commissariate. A fronte di questo fabbisogno, le risorse già disponibili e ripartite ammontano 5.954 milioni di euro. Si tratta delle risorse del PNRR, della legge di bilancio 2023, del PON Infrastrutture e reti 2014-2020 e del PSC 2021-2027. Le risorse da recuperare per far fronte al fabbisogno complessivo ammontano a 7.726 milioni. A fare chiarezza sulle partite finanziare del settore idrico è l'Allegato Infrastrutture al DEF.
L'allegato Infrastrutture al DEF prova a fare ordine nei tanti numeri dei programmi di spesa e dei fondi disponibili dell'ANAS. Punto di partenza inevitabile il contratto di programma fra ANAS e governo 2021-2025, approvato lo scorso 21 marzo dal Comitato interministeriale per la politica economica e lo sviluppo sostenibile (CIPESS): il cdp vale in tutto 44.069 milioni di cui 23 miliardi già coperti e opere per 21 miliardi ancora da finanziare. I programmi per nuove opere salgono, con le nuove risorse del cdp, a 55.274 milioni, ripartiti come si vede nella torta, ma disponibili ci sono solo 19.067 milioni. Da reperire, quindi, 36.289 milioni.
Un enorme cantiere è quello diffuso nelle grandi città italiane per metropolitane e tranvie: vale 31,2 miliardi tutti finanziati e per gran parte con lavori già in corso. Un quadro programmato che non è tanto o solo effetto del PNRR, per una volta, ma dei piani messi in campo negli anni passati, con forte accelerazione a partire dal 2016. L'elenco dei progetti finanziati è una delle tavole più interessanti dell'allegato Infrastrutture al DEF (il cosiddetto DEF Infrastrutture) che, per il resto, non presenta grandi novità nella programmazione infrastrutturale italiana.
La Corte dei conti certifica il grande salto degli investimenti delle autonomie territoriali e in particolare dei comuni. Nel documento consegnato ieri alle commissioni Bilancio di Camera e Senato sul DEF un approfondimento è dedicato al tema, con numeri che lasciano il segno. La grande espansione - dice la Corte - comincia già con il 2018 e accelera nel 2023 grazie al PNRR. Nel 2017 gli investimenti comunali ammontavano a 8.336 milioni e quelli totali delle autonomie locali a 12.741. Nel 2023 valori pressoché raddoppiati: 24.862 milioni il totale, 16.328 i comuni. Il balzo del 2023 rispetto al 2022 è stato del 37,6% e del 40,3%.
ISTAT ha pubblicato l'atteso dato degli investimenti in costruzioni di febbraio che avrebbe dovuto segnare - e infatti segna - l'inizio della discesa del dopo-Superbonus: il dato negativo significativo (in un panorama di dati che ancora si mantengono positivi) è la flessione congiunturale del 3,9%, dopo quattro mesi consecutivi positivi. I numeri indice a 136,6 (dati destagionalizzati) e a 137,3 (dati grezzi) restano ancora a livelli molto alti rispetto al 2021 (=100) e anche rispetto a febbraio 2023, quando erano rispettivamente a 128,6 e 124,6.
Dato tendenziale (grezzo) a sorpresa che rappresenta il quinto valore degli ultimi 44 trimestri (i primi quattro tutti nel 2018-2019) e traina il risultato annuale, con 10.683.735 metri quadrati autorizzati, che segue i 10.166.304 del 2022 quando si registrò +2,8%. In caduta nel 2023, invece, l'edilizia residenziale, sia per numero di permessi (-7,4%) che per superficie utile abitabile (-5.7%). Positivi i due dati tendenziali del quarto trimestre, rispettivamente +0,5% e +1,3%. I dati sono pubblicati dall'ISTAT.