Fatto sta che il bollettino “Banche e moneta” di Bankitalia martedì 11 giugno ha segnalato il peggioramento ulteriore delle condizioni del credito: il tasso dei nuovi prestiti alle imprese non finanziarie è salito dal 5,26% al 5,3% mentre lo stock complessivo dei prestiti è sceso da 613 a 611 miliardi di euro. Più in dettaglio, i tassi per prestiti fino a 1 milione di euro per le piccole imprese sono stati pari al 5,70 per cento, mentre i tassi sui nuovi prestiti di importo superiore a questa soglia si sono collocati al 5,04 per cento
Più in generale, la pubblicazione statistica diffusa dalla Banca d’Italia mostra ancora una complessiva flessione dei prestiti al settore privato, corretti sulla base della metodologia armonizzata concordata nel Sistema europeo delle Banche Centrali (Sebc), del 2,2% sui dodici mesi mentre a marzo la contrazione era stata del 2,4%. I prestiti alle famiglie si sono ridotti dell’1,2% sempre sui dodici mesi (-1,4 nel mese precedente) mentre quelli alle imprese si sono ridotti del 3,4% (-3,9% in marzo sui dodici mesi). I depositi del settore privato sono diminuiti dell’1,6% (il tasso di variazione sui dodici mesi era nullo in marzo) e la raccolta obbligazionaria è aumentata del 21,6% (18,7% in marzo).
Unico segnale positivo la conferma della fase discendente del costo dei mutui per l’acquisto di abitazioni, cominciata a fine 2023: i tassi di interesse su questi prestiti, comprensivi delle spese accessorie (Tasso Annuale Effettivo Globale, TAEG) si sono collocati al 4,09 per cento (4,21 in marzo).