www.cresmedaily.it - Newsletter di economia del CRESME a cura di Giorgio Santilli

Newsletter di economia del CRESME a cura di Giorgio Santilli

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Il crollo dell'import Ue di gas dà ancora sollievo alla bolletta energetica europea. Lo rileva Eurostat. L'import di prodotti energetici è passato da una media mensile di 36,1 miliardi di euro del 2023 a un valore mensile di 30,5 miliardi nel primo trimestre del 2024 (-18,4%). Mentre però l'import di prodotti petroliferi ha subito solo una leggera flessione sia in quantità (da 38,7 a 38,2 milioni di tonnellate) che in valore (da 22,9 a 22,5 miliardi di euro), per il gas la frenata è stata forte.
Nel corso del 2024 l'occupazione in Italia ha mostrato segnali positivi, con un aumento costante del numero di occupati e una diminuzione del tasso di disoccupazione. Vediamo come sono andati i primi quattro mesi. Gennaio 2024 - L'occupazione è leggermente diminuita rispetto al mese precedente (-0,1%, pari a -30mila unità), con un calo tra gli uomini, i giovani sotto i 34 anni, i dipendenti a termine e gli autonomi. Tuttavia, ha registrato un incremento tra le donne e le persone con almeno 50 anni. Il tasso di occupazione è sceso al 61,8%, mentre il tasso di disoccupazione è rimasto stabile.
Del XXXVI Rapporto congiunturale del CRESME presentato ieri prendiamo la tabella che meglio rappresenta l'andamento del settore delle costruzioni in Italia, gli investimenti ripartiti per comparto. Prendiamo, in particolare, quella in cui gli importi sono misurati a valori costanti 2015 e le previsioni sono proiettate fino al 2027. I numeri, in termini reali, sono poco significativi e occorre tener conto che questi 166,2 miliardi di investimenti totali a valori 2015 per il 2024 equivalgono, in termini correnti, a 217,5 miliardi di euro. Significative sono, però, le quote dei singoli comparti. Due sono i fenomeni principali che caratterizzano questo ciclo di dodici anni fra il 2016 e il 2027 e la fotografia del momento attuale.
Con questa breve analisi dell’offerta di abitazioni in locazione proseguiamo quanto è stato esposto in un precedente articolo dedicato all’offerta di abitazioni in vendita. Chi ha letto il precedente articolo conosce già la fonte dei dati utilizzati, ovvero la consueta rilevazione che il Cresme effettua semestralmente su diversi parametri dell’offerta immobiliare in vendita e in locazione (il numero di offerte, il prezzo medio di vendita, la superficie, il numero di locali).
L’insieme dei segmenti "pubblici" all’interno del vasto mercato edilizio non residenziale europeo, si caratterizza per la migliore performance in tutto il periodo 2023-2026. Ma il quadro va completato guardando anche ai livelli di spesa raggiunti. Nel grafico che segue sono messi a confronto il livello della spesa per nuovi investimenti nei vari segmenti di mercato nel 2023, la variazione complessiva nei prossimi tre anni, e il gap del livello dell’output settoriale alla fine del 2023 rispetto al 2019.
Nel 2024, in base alle ultime cifre del network Euroconstruct, il valore complessivo degli investimenti per interventi su edifici non residenziali e la relativa manutenzione ordinaria è stimato in 665 miliardi di euro, pari al poco più del 30% del mercato complessivo delle costruzioni europeo. La dinamica prevista per l’anno in corso è di modesta contrazione, che arriva dopo la stagnazione registrata nel 2023.
Dall'ISTAT arriva un dato sorprendente sulla produzione nelle costruzioni di aprile: ci sarebbe stata infatti, secondo l'Istituto nazionale di statistica, una variazione percentuale congiunturale positiva di +2,3% dopo due mesi consecutivi negativi, un dato del tutto inatteso considerando gli effetti prodotti sul settore dalla fine del Superbonus e dal ridimensionamento di tutti gli altri incentivi. Il dato che suona clamoroso è però quello tendenziale: +10,5% corretto dagli effetti di calendario, +21% grezzo.
La dinamica di debole ripresa prevista nel biennio 2025-2026 per il mercato europeo delle costruzioni varia sensibilmente a livello di singoli paesi. La prima frenata del settore lo scorso anno vede principali responsabili i paesi nordici (Finlandia e Svezia segnano una contrazione di oltre il 12%, Danimarca e Norvegia rispettivamente dell’8,5% e 6,5%), ma pesa soprattutto la frenata dei mercati francese (-3%) e tedesco (-2,4%).
La scorsa settimana sono state presentate a Stoccolma, le nuove stime sulla dinamica del settore delle costruzioni in Europa. Il quadro che emerge è alquanto debole, con una flessione del 2,7% prevista per l’anno in corso, che consolida il trend negativo registrato alla fine del 2023, quando la produzione settoriale ha registrato una prima contrazione, attestata sul -1,4%. Per il 2025 è prevista una inversione di tendenza con una crescita modesta (+1,3%), che dovrebbe consolidarsi nel 2026 rimanendo comunque sotto il +2% (1,8%).
Inizia con le pagine del DIARIO DIAC una nuova avventura per il CRESME, un nuovo percorso che si affianca a quello della ricerca, un percorso intrapreso in partnership con Giorgio Santilli, che vede la nascita addirittura di un quotidiano dedicato ai temi delle infrastrutture e dell’ambiente costruito. Giorgio, sarà il direttore responsabile del giornale, sostenuto da una redazione di giornalisti esperti, dai ricercatori del CRESME e da una rete importante di partner che ne hanno condiviso l’iniziativa e fanno parte di un primo comitato editoriale. Rete che vorremmo si allargasse.