www.cresmedaily.it - Newsletter di economia del CRESME a cura di Giorgio Santilli

Newsletter di economia del CRESME a cura di Giorgio Santilli

Archivio

La prima stima Istat dell'indice destagionalizzato della produzione nelle costruzioni indica una crescita a novembre dell'1% rispetto a ottobre. Si tratta del quarto dato congiunturale positivo consecutivo. Nella media del trimestre settembre-novembre la crescita è 2,4%. Su base tendenziale sia l'indice grezzo che quello corretto per gli effetti di calendario indicano per novembre +1,5%. Nella media dei primi undici mesi entrambi gli indici indicano un calo dell'1,2%. L'indice (base 2015) del dato tendenziale grezzo resta 16 punti sotto il picco di marzo 2022.
Altro storico record di bandi e procedure avviate: 93,9 miliardi (+13%). E' il dato CRESME 2023. Quegli 83 miliardi del 2022 sembravano inarrivabili; ma il 2023 ha smentito chi sosteneva che il PNRR fosse esaurito o, viceversa, ancora bloccato. L'incognita ora arriva dal dato dei comuni che passano da 11,8 a 24,6 miliardi (+108%): quanta parte sarà fermata dalla revisione del PNRR? Gli appalti integrati in calo (36% contro 40%). Picco a giugno, anche per la paura del codice; il dato di dicembre è più basso del 2022. Nel 2024 spinta PNRR esaurita ma non c'è effetto codice.
Il Report ANAC sui primi sei mesi di qualificazione delle stazioni appaltanti, dal 1° luglio a fine 2023, è una miniera di dati che delinea prime tendenze del processo riformatore che più cambierà l'assetto del sistema. Dai numeri si ricavano cinque fenomeni e una tendenza univoca, la semplificazione del sistema senza strappi e con la riduzione di soggetti appaltanti: 1. alto numero di bocciati fra chi ha fatto domanda; 2. peso elevato delle centrali di committenza; 3. peso superiore alle attese delle stazioni appaltanti nate da unioni di enti locali; 4. numero limitato di Sa possono fare grandi appalti; 5. elevato numero di Pa convenzionate.
Secondo la nostra stima tra 2022 e 2024 il mercato della riqualificazione straordinaria si ridurrà di un terzo, a valori correnti si passerà da 118,5 miliardi di euro a 79,4: saranno 39 miliardi di euro in meno. A valori deflazionati si tratta del -34,3%. Le decisioni prese dal governo e le dimensioni degli incentivi utilizzati, insieme a una posizione analiticamente leggera nel valutare tutti gli effetti degli incentivi, portano a questa dinamica. A valori costanti ci sarà un calo dell’11,6% nel 2023 e del 25,8% nel 2024.
L’Italia, tra gli 11 paesi analizzati, è quella con il minor rapporto tra l’indice del prezzo delle abitazioni e l’indice dei redditi reali; questa situazione si è creata, tra il 2010 e il 2023, a causa del persistente calo dei prezzi reali di vendita e della dinamica asfittica dei redditi reali disponibili delle famiglie. Il confronto con gli altri paesi è impietoso poiché quasi ovunque si registrano sia incrementi dei valori immobiliari ed incrementi, più o meno proporzionali dei redditi. La tabella si basa sul rapporto tra prezzi delle abitazioni e redditi sulla base della dinamica 2010-2023, misurati in valori reali (al netto della variazione dei prezzi al consumo) e convertiti in numero indice con base 100 nel 2010.
Torna d'attualità politica il Fondo sviluppo coesione "regionale" che può contare su un quadro finanziario di 32,4 miliardi, pari al 60% del FSC 2021-2027 totale (compreso quello "nazionale") di 53,9 miliardi. Interventi per 3,1 miliardi, approvati dal Parlamento dal 2020 a oggi, hanno ridotto le disponibilità "regionali" effettive a 29,3 miliardi, ripartite fra le Regioni dalla delibera CIPESS del 3 agosto 2023. Nel grafico è rappresentata questa ripartizione. Le risorse sono assegnate alle singole Regioni sulla base di un piano approvato insieme a un "accordo di coesione" firmato dal ministro Fitto con il Governatore. Le intese firmate sono finora sei: Liguria, Lombardia, Veneto, Marche, Piemonte e Lazio per 3,8 miliardi assegnati.
L'ISTAT ha pubblicato i dati del terzo trimestre sui permessi di costruire. Per il numero di abitazioni autorizzate il dato congiunturale è fermo dopo un +4,2% nel primo trimestre e un -4,9% nel secondo, mentre in termini di superficie abitabile il terzo trimestre è +0,3% dopo aver fatto +5,2% e -5,1%. Il dato tendenziale è a -0,9% per il numero di abitazioni e a +0,4% per la superficie abitabile. Andamento oscillatorio anche nel settore non residenziale, dove nel terzo trimestre si registra un -13,9% dopo due periodi positivi di +0,4% e +10,2%. Il tendenziale a -6,6% si mangia la crescita annuale del primo semestre dopo quella del 2022 (+2,8%).
L'Agenzia internazionale per l'Energia (OCSE) ha presentato ieri il Rapporto "Renewebles 2023"sottolineando come "la capacità mondiale di generare elettricità da fonti rinnovabili si sia espansa lo scorso anno più rapidamente che mai nell'ultimo trentennio". I 507 GW di incremento mondiale "equivalgono all'intera capacità di Germania, Francia, Spagna e Portogallo", ha detto Fatih Birol, direttore esecutivo dell’IEA, che ha ricordato come fra i cinque pilastri dell'accordo della COP 28 di Riad vi sia l'obiettivo di triplicare la capacità delle rinnovabili nel 2030.
Si parlerà molto del Piano nazionale complementare (PNC) agli investimenti del PNRR nelle prossime settimane. I numeri dicono che sarà questo Piano da 30,6 miliardi di finanziamenti, la prossima vittima sacrificale della riprogrammazione del PNRR innescata dal ministro Fitto. La Ragioneria generale denuncia, infatti, nel suo Report n.9 sul PNC, il generale ritardo: solo il 36% dei 39 obiettivi programmati al 3° trimestre 2023 è stato conseguito, il 31% solo parzialmente conseguito, il 28% non conseguito e il 5% posticipato.
Molte volte il dibattito sulle costruzioni si gioca sul piano del peso che questo settore ha sull’economia, ma i conti non sono sempre chiari, e spesso non tengono conto di che cos’è realmente il settore delle costruzioni. Certo in alcuni casi si esagera anche. Ma i conti in realtà si possono fare correttamente seguendo diverse metodologie che ci aiutano a comprendere il reale peso delle costruzioni sul sistema economico. Il Prodotto Interno Lordo è l’indicatore più utilizzato per misurare la crescita economica in quanto rappresenta il risultato finale dell’attività di produzione delle unità produttrici residenti e può essere misurato dal lato della produzione, dal lato della spesa e anche dal lato dei redditi. Qui lo analizziamo attraverso le prime due metodologie.