www.cresmedaily.it - Newsletter di economia del CRESME a cura di Giorgio Santilli

Newsletter di economia del CRESME a cura di Giorgio Santilli

Anche nei servizi vince l’economia pubblica informale: il 52% del mercato e il 93% del numero di appalti assegnati senza gara

L'economia pubblica informale dilaga e nessun settore è esente dal fenomeno. I dati ANAC sulle procedure avviate dalla piena operatività del codice 36, il 1° luglio 2023, dicono che anche nel settore dei servizi vincono gli affidamenti senza una gara formale, anche se la quota affidata con gara rappresenta il 48-49% degli importi complessivi appaltati ed è quindi più alta delle forniture (40%) e dei lavori (45%). Sono ancora una volta gli appalti di maggiore importo e alcuni settori dove la qualità della prestazione è decisiva per il pubblico degli utenti (come la ristorazione) ad andare a gara, trainando il mercato più trasparente e concorrenziale. La sola differenza importante rispetto agli altri settori, sia lavori che forniture, è che nei servizi pubblici i settori speciali che usano la procedura negoziata si suddividono in misura uguale (6%) fra le procedura con e senza previa indizione della gara. Questo fa sì che il mercato "trasparente" (nel senso che ha forme di pubblicità preventiva adeguata) sale al 54%.

Questo è il terzo articolo di CRESME DAILY che tratta il tema dell’economia pubblica informale sulla base dei dati ANAC relativi all’applicazione del nuovo codice 36: il primo articolo aveva avuto per oggetto i lavori affidati dai settori speciali (si clicchi qui per leggere) mentre il secondo aveva toccato il tema delle forniture (si clicchi qui per leggere). Inoltre, un articolo antecedente ancora sul mercato dei lavori, ma con dati più complessivi, era stato pubblicato nel Diario dei nuovi appalti (e si può leggere qui).

Il mondo dei servizi nel settore pubblico è una realtà quanto mai eterogenea che ha totalizzato da luglio 67mila appalti per  un importo di 27,6 miliardi: si va dalle telecomunicazioni alle riparazioni e manutenzioni di arredi e impianti, dall’ingegneria alla gestione immobiliare, dalla pulizia alla sicurezza, dalla ristorazione ai servizi di trasporto, dalle assicurazioni alle più svariate attività di consulenza e così via.

Anche nei servizi il fenomeno dell’assenza di gare formali e quindi della riduzione dei livelli di concorrenza e di trasparenza negli affidamenti si accentua notevolmente se i dati che prendiamo non riguardano più gli importi appaltati, ma il numero di affidamenti. Con questi occhiali, gli affidamenti diretti semplici, che fanno l’11% in termini di importi, esplodono al 71% del numero di appalti.

Più ancora che nei lavori e nelle forniture, quindi, l’affidamento dei servizi di importi micro, piccoli e medi vanno tutti senza nessuna formalità di gara. Il codice 36 ha notevolmente allargato le maglie in questa direzione, riducendo drasticamente il tasso di competizione per le piccole e medie imprese. Le gare formali con procedura aperta si riducono drasticamente, in numero, al 7% del totale che diventa 8% se si includono anche le procedure ristrette.

L’affidamento diretto semplice si espande anche a scapito dell’affidamento diretto in adesione a un accordo quadro o a una convenzione che fa il 9% in termini di numero (ed è comunque la seconda modalità di affidamento) rispetto al 23% degli importi affidati (e anche in questa classifica è al secondo posto). Gli accordi quadro con affidamento informale a cascata sono, in effetto, una delle modalità di affidamento in grande espansione da alcuni anni per tutti e tre i settori.