www.cresmedaily.it - Newsletter di economia del CRESME a cura di Giorgio Santilli

Newsletter di economia del CRESME a cura di Giorgio Santilli

Cresce l’economia pubblica informale: anche negli appalti di forniture le gare fanno solo il 40% del mercato e il 29% degli affidamenti

L'economia degli acquisti pubblici diventa sempre più informale. Anche negli appalti di forniture dilagano gli affidamenti diretti, le procedure negoziate e le altre forme di affidamento senza gara. In termini di importi, dalla piena operatività del codice 36, il 1° luglio scorso, l'ANAC ha assegnato Cig (codici identificativi di gara) per 29.157 milioni di euro e le gare in senso formale sono in tutto il 40,4%: il 24,9% a procedura aperta e il 15,5% a procedura ristretta. Per il restante 59,6% si avvicendano forme di affidamento senza una gara formale: la quota più consistente è quella che l'ANAC chiama affidamento diretto in adesione ad accordo quadro o a convenzione che totalizza il 27,4%. La quarta tipologia in ordine di importo è la procedura negoziata senza previa pubblicazione di un avviso che fa il 12,4% del mercato complessivo. Quote più contenute per gli affidamenti diretti in senso stretto (8,7%), le procedure negoziate senza previa indizione di gara dei settori speciali (6%) e via via tutte le altre.

Il fenomeno dell’assenza di gare formali e quindi della riduzione dei livelli di concorrenza e di trasparenza negli affidamenti si accentua notevolmente se la fotografia che scattiamo non è più relativa agli importi affidati, ma al numero di affidamenti. Con questi occhiali, le gare scendono all’11% del totale delle procedure (8% di procedure aperte e 3% di procedure ristrette), mentre crescono notevolmente gli affidamenti diretti in senso stretto che fanno quasi la metà delle procedure (49%) mentre gli affidamenti diretti in adesione ad accordo quadro o a convenzione restano comunque a un quarto del numero di appalti. In sostanza tre quarti del numero di appalti viene affidato con forme di affidamento diretto semplice o derivante da accordi quadro/convenzioni.

Il raffronto delle due classifiche comporta due riflessione ulteriori che vanno oltre i numeri. La prima è che la linea imposta dal codice 36 di mercati informali, già nota – per le precedenti analisi e per le polemiche che ha scatenato – nel settore dei lavori pubblici è passata, più o meno nelle stesse dimensioni, anche nel settore delle forniture (parliamo di settori merceologici come l’informatica, gli arredi o  gli apparati sanitari, solo per fare alcuni esempi). Questa è una scelta esplicita del governo e del codice 36 che hanno deciso di fare la priorità assoluta della semplificazione e dell’accorciamento dei tempi necessari per gli affidamenti.

A questo proposito va ricordato che la recente circolare del ministero delle Infrastrutture, imposta dall’Unione europea a tutela della concorrenza nel corso del confronto sulla revisione generale del PNRR, elimina qualunque dubbio interpretativo sugli affidamenti sotto soglia, escludendo che gli affidamenti diretti e le procedure negoziate siano strade obbligate per le stazioni appaltanti e affermando invece che è sempre possibile fare ricorso a procedure aperte o ristrette (quindi a gare).

L’altra considerazione è la conferma che il netto predominio delle procedure informali riguarda il mercato dei piccoli appalti e, quindi, delle piccole imprese che evidentemente presidiano mercati di minori dimensioni.

Un’ulteriore considerazione – che non è però possibile sviluppare né quantificare da questi dati ANAC estratti per il Diario dei nuovi appalti – è che nel mercato delle forniture pesano certamente di più i mercati elettronici (esempio Consip) rispetto a quanto accada nei lavori pubblici. Un tema che andrà approfondito successivamente in presenza di numeri certi.