Questo è il terzo articolo di CRESME DAILY che tratta il tema dell’economia pubblica informale sulla base dei dati ANAC relativi all’applicazione del nuovo codice 36: il primo articolo aveva avuto per oggetto i lavori affidati dai settori speciali (si clicchi qui per leggere) mentre il secondo aveva toccato il tema delle forniture (si clicchi qui per leggere). Inoltre, un articolo antecedente ancora sul mercato dei lavori, ma con dati più complessivi, era stato pubblicato nel Diario dei nuovi appalti (e si può leggere qui).
Il mondo dei servizi nel settore pubblico è una realtà quanto mai eterogenea che ha totalizzato da luglio 67mila appalti per un importo di 27,6 miliardi: si va dalle telecomunicazioni alle riparazioni e manutenzioni di arredi e impianti, dall’ingegneria alla gestione immobiliare, dalla pulizia alla sicurezza, dalla ristorazione ai servizi di trasporto, dalle assicurazioni alle più svariate attività di consulenza e così via.
Anche nei servizi il fenomeno dell’assenza di gare formali e quindi della riduzione dei livelli di concorrenza e di trasparenza negli affidamenti si accentua notevolmente se i dati che prendiamo non riguardano più gli importi appaltati, ma il numero di affidamenti. Con questi occhiali, gli affidamenti diretti semplici, che fanno l’11% in termini di importi, esplodono al 71% del numero di appalti.
Più ancora che nei lavori e nelle forniture, quindi, l’affidamento dei servizi di importi micro, piccoli e medi vanno tutti senza nessuna formalità di gara. Il codice 36 ha notevolmente allargato le maglie in questa direzione, riducendo drasticamente il tasso di competizione per le piccole e medie imprese. Le gare formali con procedura aperta si riducono drasticamente, in numero, al 7% del totale che diventa 8% se si includono anche le procedure ristrette.
L’affidamento diretto semplice si espande anche a scapito dell’affidamento diretto in adesione a un accordo quadro o a una convenzione che fa il 9% in termini di numero (ed è comunque la seconda modalità di affidamento) rispetto al 23% degli importi affidati (e anche in questa classifica è al secondo posto). Gli accordi quadro con affidamento informale a cascata sono, in effetto, una delle modalità di affidamento in grande espansione da alcuni anni per tutti e tre i settori.