www.cresmedaily.it - Newsletter di economia del CRESME a cura di Giorgio Santilli

Newsletter di economia del CRESME a cura di Giorgio Santilli

Sempre più diffuso lo strumento contrattuale degli accordi quadro per realizzare i lavori pubblici: ormai costituiscono un terzo del mercato

L'accordo quadro sta diventando uno degli strumenti contrattuali più utilizzati per realizzare lavori pubblici. Alla forte accelerazione delle aggiudicazioni di lavori, che sono passate dai 48,9 miliardi del 2021 ai 57,3 miliardi del 2022 (+17,2%) e a 77,1 miliardi nei primi dieci mesi del 2023 (+71% rispetto allo stesso periodo del 2022) è corrisposta una crescita del tutto analoga degli accordi quadro conclusi: prima un primo balzo a 17,1 miliardi nel 2021 (+190,3%), poi una ulteriore crescita a 21,2 miliardi nel 2022 (+24,1%) e a 25,4 miliardi nei primi dieci mesi del 2023 (+56,2% sullo stesso periodo del 2022). Nel triennio il totale degli accordi quadro è stato di 64 miliardi pari al 35% degli importi dei lavori aggiudicati. Ormai gli accordi quadro fanno un terzo del mercato totale dei lavori pubblici.

Se gli eccezionali importi dei lavori pubblici aggiudicati dal 2021 mostrano con chiarezza le dimensioni della fase espansiva delle opere pubbliche, analizzando gli strumenti contrattuali adottati dalle stazioni appaltanti per individuare gli operatori economici esecutori dei lavori emerge il ruolo centrale dell’accordo quadro.

Da gennaio 2021 ad ottobre 2023, per effetto delle semplificazioni e dell’accelerazione della programmazione PNRR-PNC, si assiste a un forte crescita delle aggiudicazioni che consente di affermare che le opere pubbliche sono entrate in una nuova fase:

  • 48,9 miliardi di lavori pubblici aggiudicati nel 2021 (+133,5% rispetto al 2020);
  • 57,3 miliardi nel 2022 (+17,2% rispetto al 2021);
  • 77,1 miliardi nei primi dieci mesi del 2023 (+71% rispetto allo stesso periodo del 2022).

In meno di tre anni sono stati aggiudicati lavori per un ammontare di oltre 183 miliardi (oltre 60 miliardi annui a fronte di 18 miliardi annui del periodo 2002-2020). Si sono aggiudicate le gare del triennio 2018-2020 e una parte importante dei lavori della programmazione PNRR-PNC (circa 56,9 miliardi).

Il 35% degli importi dei lavori aggiudicati, pari a circa 64 miliardi, fa riferimento ad accordi quadro, ossia accordi conclusi “tra una o più amministrazioni aggiudicatrici e uno o più operatori economici allo scopo di definire le clausole relative agli appalti da aggiudicare durante un dato periodo, in particolare per quanto riguarda i prezzi e, se del caso, le quantità previste”:

  • 17,1 miliardi nel 2021 (+190,3% rispetto al 2020);
  • 21,2 miliardi nel 2022 (+24,1% rispetto al 2021);
  • 25,4 miliardi nei primi dieci mesi del 2023 (+56,2% rispetto allo stesso periodo del 2022).

Alla recente fase espansiva degli accordi quadro contribuiscono sia il nuovo mercato legato al PNRR e al PNC che gli altri mercati delle opere pubbliche. In base alla rilevazione di CRESME Europa Servizi, nell’ambito degli interventi PNRR-PNC aggiudicati tra gennaio 2021 e ottobre 2023 (circa 57 miliardi), gli accordi quadro rappresentano il 32%, pari a circa 18,5 miliardi: 1,6 miliardi nel 2021; 7,6 miliardi nel 2022; oltre 9,2 miliardi nei primi dieci mesi del 2023, +107% rispetto allo stesso periodo del 2022. Nell’ambito degli altri mercati delle opere pubbliche il peso degli accordi quadro sale al 36% (45,2 miliardi su 126,5 miliardi totali).

Gli accordi quadro sono tradizionalmente e ampiamente diffusi nei settori speciali (acqua, energia, trasporto ferroviario, porti e aeroporti, etc.) e con la programmazione PNRR-PNC è aumentato il ricorso nei settori ordinari.

In relazione alle stazioni appaltanti si distinguono:

  • RFI e TELT, con oltre 15 miliardi di lavori pubblici aggiudicati tra gennaio 2021 e ottobre 2023, pari al 24% del mercato complessivo degli accordi quadro. Un contributo importante arriva dal Nuovo collegamento ferroviario Torino-Lione (poco meno di 4 miliardi) e dal PNRR (oltre 6,5 miliardi principalmente per il sistema ERTMS, per programmi d’interventi di manutenzione straordinaria all’armamento ferroviario e per la soppressione dei passaggi a livello).
  • Anas e concessioni autostradali, con oltre 14 miliardi, pari al 22% del mercato di riferimento. In questo caso un contributo importante arriva da ANAS, con oltre 11,5 miliardi per la manutenzione straordinaria della rete stradale gestita e per il potenziamento e la riqualificazione dell’itinerario E45 e delle autostrade A19-A29 in Sicilia. Ammonta invece a 203 milioni il contributo degli interventi PNRR che sono destinati primariamente al monitoraggio strutturale di ponti, viadotti e gallerie ricadenti sulla rete stradale nazionale gestita da ANAS e alla progettazione e realizzazione di 5 stazioni di servizio ad idrogeno lungo la rete autostradale gestita da Milano Serravalle-Milano Tangenziali.

  • Invitalia
    , in qualità di centrale di committenza per ministeri, commissari e enti territoriali, con 9,7 miliardi di cui 7,9 per interventi PNRR-PNC (piani urbani integrati; programma innovativo nazionale per la qualità dell’abitare (PINQuA); nuova edificazione, ristrutturazione e riqualificazione di edifici pubblici quali case della comunità, ospedali delle comunità, centrali operative territoriali e ospedali sicuri; costruzione di nuove scuole mediante sostituzione di edifici; piano di investimenti strategici sui siti del patrimonio culturale, edifici e aree naturali; programma di interventi programma “CAPUT MUNDI” legati al Giubileo 2025).
  • Altre imprese pubbliche e concessionari (Terna, Acea, Acquedotto Pugliese, i principali), con 9,4 miliardi (15%).

L’articolazione per settori di mercato fa emergere un rilevante ricorso all’accordo quadro per affidare i lavori di manutenzione straordinaria del patrimonio infrastrutturale esistente. Il 73% (oltre 45 miliardi) del valore aggiudicato tra gennaio 2021 e ottobre 2023 riguarda la manutenzione delle infrastrutture nei settori trasporti, acqua, energia rifiuti e telecomunicazioni ma anche difesa del suolo, arredo urbano e verde pubblico. Il restante 27% (circa 17 miliardi) spetta al potenziamento e la riqualificazione del patrimonio edilizio pubblico, soprattutto scuole, ospedali, alloggi, edifici per la cultura, il tempo libero e lo sport.

Grafici 1 e 2. Aggiudicazioni di importo superiore a 1 milione di euro per stazioni appaltanti e per settori – Gennaio 2021-ottobre 2023 (percentuali sul totale)