Il productivity gap fra Ue e Usa è calcolato (a parità di potere d’acquisto e a prezzi costanti) in termini di rapporto fra prodotto interno lordo e ore lavorate. Pesa per il 72% nel gap di prodotto interno lordo pro capite. Il restante 28% è dato invece dal labour gap che viene calcolato in termini di ore lavorate per ciascun lavoratore.
“La crescita economica europea – dice il Rapporto – è costantemente rimasta più bassa che negli Stati Uniti negli ultimi due anni”, mentre l’Europa ha messo in campo un ventaglio di ambizioni – come mantenere alti livelli di inclusione sociale, raggiungere la neutralità carbonica e accrescere la propria rilevanza geopolitica – che dipendono dalla capacità di mantenere alti tassi di crescita”.
Il gap fra livello di Pil Usa e Ue è cresciuto dal 15% del 2002 al 30% del 2023 a prezzi costanti, ma questo gap è solo del 12% se si considerano i valori a parità del potere di acquisto. La crescita del gap è meno rilevante se si considera il Pil pro capite, passato dal 31% del 2002 al 34% del 2023: la ragione è soprattutto nella crescita della popolazione americana. “La crescita più lenta della produttività è stata associata di volta in volta alla più lenta crescita dei redditi e alla domanda interna più debole in Europa: su una base pro capite, il reddito disponibile reale è cresciuto dal 2000 negli Stati Uniti quasi due volte rispetto all’Europa”.