www.cresmedaily.it - Newsletter di economia del CRESME a cura di Giorgio Santilli

Newsletter di economia del CRESME a cura di Giorgio Santilli

Piano sicurezza idrica, richieste per 13,5 miliardi: due terzi dei progetti sono su strutture esistenti

Il Piano nazionale di interventi infrastrutturali e per la sicurezza nel settore idrico (PNIISSI) è uno strumento di pianificazione di investimenti per dare una risposta ai cambiamenti climatici nel settore idrico. In un momento molto vivace per la programmazione di interventi idrici, il PNIISSI si affianca ad alti strumenti di pianificazione, primo fra tutti il PNRR, rifinanziato per 1.024 milioni distribuiti in questi giorni con decreto MIT per 959 milioni. Dalle richieste di finanziamento pervenute per il PNIISSI da Regioni, ATO, gestori idrici per 13,5 miliardi - importo che ha superato aspettative e fondi disponibili – si può però anche tracciare una mappatura dei fabbisogni territoriali e tipologici.

È quanto ha fatto Laboratorio REF, centro di ricerca particolarmente attivo e autorevole nel settore idrico, selezionando un campione di 200 tra i progetti pervenuti e svolgendo un monitoraggio e un’analisi per capire quali fabbisogni avessero indicato i territori. “Due interventi su tre – chiarisce il paper di REF – riguardano l’adeguamento, l’ammodernamento, l’efficientamento e la manutenzione di infrastrutture già presenti. Il rimanente, invece, è relativo alla realizzazione di nuove infrastrutture, le quali sono evidentemente più investment-intensive: pur rappresentando il 30% degli interventi, assommano al 45% della richiesta totale di finanziamenti”.

Segue un’analisi di dettaglio tipologico delle proposte progettuali. Il 28% degli interventi di adeguamento e ammodernamento riguarda la rete idrica per 1,8 miliardi: prevalentemente sostituzione di condotte, manutenzioni straordinarie e azioni orientate alla riduzione delle perdite idriche. Il 40% degli interventi sulla rete idrica (16 interventi) già nel titolo indicano l’obiettivo della riduzione delle perdite.  In una decina di interventi il miglioramento passa attraverso sistemi di digitalizzazione delle reti (85 milioni di euro).

La realizzazione ovvero il completamento degli invasi riguarda il 20% degli interventi complessivi: 15 interventi per cui sono stati richiesti oltre 1,3 miliardi di euro . Per l’adeguamento e l’ammodernamento nell’ambito degli invasi, gli interventi proposti sono soprattutto pulizia dei fanghi e mantenimento della capacità di invaso. In sei casi l’intervento è orientato all’adeguamento dell’infrastruttura a eventi sismici.

Le altre aree prioritarie di intervento concernono la rete irrigua e la realizzazione di interconnessioni fra reti o bacini, che totalizzano complessivamente 60 richieste di finanziamento per un totale di quasi 2 miliardi di euro, per oltre il 30% del totale. Per la rete irrigua prevalgono efficientamento e messa in sicurezza dei canali e del reticolo irriguo tramite rinnovamento delle infrastrutture e impermeabilizzazione.

Per le interconnessioni, invece, l’80% dei progetti propone realizzazione di nuove infrastrutture: in prevalenza interconnessione fra sistemi acquedottistici, meno frequenti le interconnessioni fra bacini o fra canali.

Per la potabilizzazione, a parte un intervento di implementazione di tecnologie per la rimozione dei nitrati, in tutti gli interventi l’obiettivo è aumentare la capacità di potabilizzazione tramite potenziamento delle infrastrutture o, in un caso, tramite realizzazione ex novo di un impianto.