www.cresmedaily.it - Newsletter di economia del CRESME a cura di Giorgio Santilli

Newsletter di economia del CRESME a cura di Giorgio Santilli

Occupazione in crescita ma la povertà aumenta

Nel corso del 2024 l'occupazione in Italia ha mostrato segnali positivi, con un aumento costante del numero di occupati e una diminuzione del tasso di disoccupazione. Vediamo come sono andati i primi quattro mesi. Gennaio 2024 - L'occupazione è leggermente diminuita rispetto al mese precedente (-0,1%, pari a -30mila unità), con un calo tra gli uomini, i giovani sotto i 34 anni, i dipendenti a termine e gli autonomi. Tuttavia, ha registrato un incremento tra le donne e le persone con almeno 50 anni. Il tasso di occupazione è sceso al 61,8%, mentre il tasso di disoccupazione è rimasto stabile.

Febbraio 2024 – L’occupazione è aumentata dell’1,7% rispetto a febbraio 2023, con un incremento di 394mila unità. È diminuita anche la disoccupazione del -4,7% su base annua, con un calo di 92mila persone in cerca di lavoro, e un calo anche degli inattivi (-0,9%).

Marzo 2024 – Rispetto al mese precedente, il numero di occupati è aumentato di 75mila unità (+0,3%), portando il tasso di occupazione al 62,1%. Il numero di persone in cerca di lavoro su base annua è diminuito di 180mila unità (-9%), facendo scendere il tasso di disoccupazione al 7,1%. Tuttavia, si è osservato un aumento del numero di inattivi tra gli uomini e gli under 50, mentre è diminuito tra le persone con più di 50 anni.

Aprile 2024 – L’occupazione ha continuato a crescere (+0,4%, pari a 84mila unità), con aumenti sia tra i dipendenti (+0,3%) sia tra gli autonomi (+0,6%). Il tasso di occupazione ha raggiunto il 62,3%. Il numero di persone in cerca di lavoro è diminuito del 3% (55mila unità), facendo scendere il tasso di disoccupazione al 6,9%.

Grafico 2. – Variazione congiunturale degli occupati, delle persone in cerca di occupazione e degli inattivi
(Serie storica destagionalizzata – Valori espressi in migliaia)

Fonte: elaborazione CREME su dati ISTAT – Rilevazione continua delle forze di lavoro

In termini generali la situazione occupazionale ha evidenziato un netto miglioramento, registrando una consistente crescita soprattutto dell’occupazione dipendente a tempo indeterminato.

Grafico 3. – Serie storica mensile degli occupati e del tasso di disoccupazione
(Serie storica destagionalizzata – Valori espressi in migliaia)

Fonte: elaborazione CRESME su dati ISTAT – Rilevazione continua delle forze di lavoro

Rispetto alla situazione pre-COVID l’analisi dei dati ISTAT evidenzia significative trasformazioni nel mercato del lavoro. Con riferimento ai dati di aprile, l’occupazione complessiva conta 825mila unità in più rispetto allo stesso mese del 2019 (+3,6%), registrando in particolare 969 unità in più tra i dipendenti (+5,4%), con un bilancio di 188mila occupati in meno a tempo determinato e un milione e 158mila in più a tempo indeterminato. Al contrario, l’occupazione indipendente ha mostrato una netta diminuzione, registrando 145mila unità in meno rispetto ad aprile del 2019 (-2,7%).

Grafico 4. – Dinamica occupati per posizione professionale
(Serie storica destagionalizzata – gennaio 2019 = 100)

Fonte: elaborazione CRESME su dati ISTAT – Rilevazione continua delle forze di lavoro

Nonostante questi segnali positivi di stabilità e crescita nel mercato del lavoro, la situazione economica delle famiglie italiane è notevolmente peggiorata.

Grafico 6. – Occupazione dipendente per forma contrattuale
(Serie storica destagionalizzata – gennaio 2019 = 100)

Fonte: elaborazione CRESME su dati ISTAT – Rilevazione continua delle forze di lavoro

Gli anni 2022 e 2023 hanno visto alti tassi di inflazione (6,8% nel 2022 e 5,9% nel 2023), che hanno eroso il potere d’acquisto delle famiglie, aggravando le condizioni economiche soprattutto per le fasce più vulnerabili. La povertà è aumentata, con il tasso di famiglie in condizioni di povertà assoluta che ha raggiunto l’8,5% nel 2023, rispetto al 6,4% del 2019.

Sebbene il mercato del lavoro italiano mostri segni di maggiore stabilità e ripresa, quindi, la condizione economica delle famiglie è peggiorata a causa dell’elevata inflazione e della conseguente erosione del potere d’acquisto di salari e stipendi. È quindi essenziale implementare politiche economiche che possano sostenere non solo l’occupazione ma anche il reddito reale delle famiglie per migliorare il loro benessere complessivo.

Tabella 2.4. – Andamento inflazione, salari e differenziale
(Variazione percentuale)
  Tasso di Inflazione Incremento Salariale Differenziale
2019 0,6 1.0 0,4
2020 0,2 0.5 0,3
2021 1,9 1.5 -0,4
2022 6,8 2.5 -4,3
2023 5,9 3.0 -2,9
2024 * 1,2 3.0 1,8

Fonte: elaborazione CRESME su dati ISTAT * Dato provvisorio

Enrico Campanelli

Laureato in Architettura con indirizzo Urbanistico, dal 1997 svolge attività di ricerca presso il CRESME, occupandosi in particolare della realizzazione di studi ed analisi di supporto alla pianificazione urbanistica e territoriale (scenari demografici e dimensionamento della domanda residenziale e non residenziale), collaborando, tra gli altri, al processo pianificatorio di Roma, Milano e Napoli. È l’ideatore ed il responsabile del sistema informativo e previsionale demografico DemoSI-CRESME, strumento di base per numerosi studi e ricerche dell’Istituto.