Torneremo un’altra volta su questo tema. Quello che qui interessa è il fatto che in ogni caso la crescita degli investimenti in costruzioni sia stata in due anni importantissima, eccezionale, fuori scala. Ora la domanda che ci si pone è se a questa crescita degli investimenti è corrisposta una altrettanto significativa crescita dell’occupazione. Proviamo a vedere se è vero utilizzando i dati di Contabilità nazionale sugli investimenti e sull’occupazione.
2020 | 2021 | 2022 | Var. 2022-2020 | ||
assolute | % | ||||
Investimenti in costruzioni ISTAT | 135.380 | 185.301 | 219.291 | 83.911 | +61,9 |
Valore della produzione Cresme | 135.158 | 184.599 | 234.305 | 99.147 | +73,4 |
Nell’analizzare i dati sull’occupazione ci troviamo di fronte subito a un problema di dimensioni. Secondo i dati ISTAT di Contabilità Nazionale nel 2022 gli occupati in costruzioni sono 1.769.000 contro il 1.553.000 della “Rilevazione continua delle Forze Lavoro” sempre dell’ISTAT, 216.000 occupati in meno. Certo sono due modelli di rilevazione e stima diversi. Ma non è una piccola differenza, e il problema resta, ed anzi sembra più grave, considerando il fatto che la Rilevazione della Forza lavoro per le sue caratteristiche dovrebbe avere più occupati, dato che censisce anche chi ha lavorato molto saltuariamente nelle costruzioni. Infatti non era così in passato.
Occupati in costruzioni secondo le Forze di Lavoro e la Contabilità Nazionale (Serie storica destagionalizzata)
Se prendiamo i dati della Contabilità Nazionale e quelli della rilevazione della Forza in chiave storica, possiamo osservare che nel passato la rilevazione della Forza lavoro, che registra anche chi ha lavorato nelle costruzioni saltuariamente, restituiva valori superiori a quelli di contabilità nazionale. Poi le cose sono cambiate , prima le due dinamiche anno viaggiato appaiate, poi con la crisi successiva al 2011 la Rilevazione della Forza Lavoro ha registrato dinamiche negative ben maggiori delle stime di Contabilità nazionale. Le differenze sono così importanti che da parte dell’ISTAT meriterebbero delle spiegazioni, che non si possono trovare nelle diverse metodologie che vengono utilizzate. Ma su questi aspetti rimandiamo ancora una volta al XXXV Rapporto CRESME che sarà presentato il 5 Dicembre a Milano.
Al di là di questo notiamo però che la Contabilità Nazionale rileva tra 2020 e 2022 una crescita del 13,5% degli occupati nelle costruzioni (211.000 occupati in più), mentre le Forze lavoro rilevano una crescita del 17% (225.500 occupati in più). E’ una bella differenza con la crescita degli investimenti stimata in +61,9%.
2020 | 2021 | 2022 | Var. 2022-2020 | ||
assolute | % | ||||
Occupati Contabilità nazionale | 1.558.525 | 1.650.525 | 1.769.600 | 211.075 | 13,5 |
Rilevazione Forze Lavoro | 1.327.500 | 1.430.500 | 1.553.000 | 225.500 | 17,0 |
C’è sicuramente qualcosa che non torna. Certo, si dirà, abbiamo analizzato gli investimenti a valori correnti e c’è la componente del prezzo, la forte crescita dei costi di costruzioni che incide sulla dinamica di crescita. Ma se allora usiamo i valori deflazioni dell’Istat, notiamo che a valori costanti, quindi in quantità, secondo Contabilità Nazionale gli investimenti sono cresciuti del 44,5%, meno del 61,9% di prima, ma ben superiori al 13,5% dei conti sull’occupazione. C’è qualcosa che non va.
2020 | 2021 | 2022 | Var. %
2022-2020 |
|
Investimenti in costruzioni ISTAT | 130 035.9 | 168 604.0 | 187 873.3 | +44,5 |
Per capire che cosa è successo veramente, senza congetture, abbiamo un modo utile, oggettivo, che varrebbe la pena di tenere presente. Ora è necessario sapere che il Contratto Collettivo Nazionale dei Lavoratori Edili prevede che in ciascuna circoscrizione territoriale, prevalentemente provinciale, sia istituita una Cassa Edile che è lo strumento per gestire, tra altro, gli accantonamenti previsti dai contratti collettivi nazionali di lavoro ed erogare prestazioni di previdenza e di assistenza a favore degli iscritti alle Casse. Con l’iscrizione alla Cassa Edile i lavoratori e le imprese sono vincolati al versamento delle quote di adesione contrattuale e il sistema prevede un sistema informativo unificato che gestisce i dati sulle denunce mensili delle contribuzioni e degli accantonamenti denominato “denuncia dei lavoratori occupati”, che contiene dati sulle imprese iscritte, sui lavoratori iscritti, sulle ore lavorate e sulla massa salari. Certo si tratta oggi di un segmento importante, il più importante, del mondo delle costruzioni, ma comunque è un ambito parziale. Infatti è noto che nelle costruzioni, ed è un problema anche competitivo, esistono altre forme di contratto utilizzate sui cantieri edili e infrastrutturali da altri operatori, con costi e strutture della busta paga di meno onerose di quelli degli edili, come il contratto dei metalmeccanici o quello del settore elettrico, ma anche contratti come quello del commercio o addirittura dell’agricoltura (applicato nel movimento terra), o ancora dei trasporti e noli, o ancora dei “distacchi internazionali”, per non dire della presenza di lavoratori autonomi delle partite iva o del lavoro nero (Cfr. su questo tema CRESME, Il contratto di cantiere per l’ambiente costruito. Lavoro e impresa nelle costruzioni, studio realizzato per FENEAL-UIL, Maggio 2015). In questo quadro il contratto edile è il più strutturato e per le condizioni di servizi e protezione che prevede, risulta essere il più costoso. Quindi potrebbe essere viziato da una tendenza al sottodimensionamento.
Bene secondo i dati di CNCE nel 2022 sono stati iscritti alle Casse Edili 629.431 lavoratori, il 35% del totale dei lavoratori delle costruzioni stimati da Contabilità Nazionale e il 40% di quelli della rilevazione della Forza lavoro. Rispetto al 2020 la crescita è di 161.500 unità, così il 35% dei lavoratori ha rappresentato il 76% della crescita stimata da Contabilità nazionale (211.000). In percentuale i lavoratori iscritti alle Casse Edili sono cresciuti del 34,5%. una crescita doppia rispetto a quella stimata da ISTAT-Forza lavoro e due volte e mezza quella di ISTAT-Contabilità Nazionale. È certo difficile pensare che nel boom delle costruzioni la crescita occupazionale sia dovuta solo al mondo delle imprese edili iscritti alle Casse Edili, mentre per gli altri operatori di mercato la crescita è stata irrilevante.
2020 | 2021 | 2022 | Var. 2022-2020 | ||
assolute | % | ||||
Occupati Contabilità nazionale | 1.558.525 | 1.650.525 | 1.769.600 | 211.075 | 13,5 |
Rilevazione Forze Lavoro | 1.327.500 | 1.430.500 | 1.553.000 | 225.500 | 17,0 |
Lavoratori iscritti alle Casse edili | 467.850 | 535.675 | 629.431 | 161.581 | 34,5 |
Inoltre se ipotizziamo, ragionevolmente, che la crescita del 34,5% dei lavoratori iscritti alle Casse Edili sia in realtà la crescita media del totale degli occupati nelle costruzioni otteniamo che la crescita potrebbe essere stata di 451.263 unità nel caso della Rilevazione della Forza Lavoro ISTAT e addirittura di 527.700 unità nel caso della Contabilità Nazionale. Il che vuol dire che si tratta di ca. 226.000 occupati in più nel caso della Rilevazione della Forza lavoro e di 326.600 lavoratori in più nel caso della stima di Contabilità Nazionale rispetto a quanto stimato. Di certo è una questione che merita di essere approfondita, anche per la valutazione dell’impatto delle costruzioni sul sistema economico. Emersione del lavoro nero e aumento della produttività sono altri due temi sui quali varrà la pena riflettere.
2020 | 2022 | Var. 2022-2020 | ||
assolute | % | |||
Occupati Contabilità nazionale | 1.558.525 | 2.096.216 | 537.691 | 34,5 |
Rilevazione Forze Lavoro | 1.327.500 | 1.778.763 | 451.263 | 34,5 |
Lavoratori iscritti alle Casse edili | 467.850 | 629.431 | 161.581 | 34,5 |
Infine vorrei evidenziare che le imprese iscritte alle Casse edili sono cresciute, nel periodo in esame, del 24%, le ore lavorate sono aumentate del 56,3% e la massa salari è cresciuta del 59,4%. In linea con la crescita degli investimenti a valori correnti. Va inoltre sottolineato che il settore delle costruzioni ha vissuto un chiaro aumento di produttività, oltre a un forte incremento di occupati. Di certo i valori sono superiori a quelli forniti dall’Istat.
2020 | 2021 | 2022 | 2022/2020 | |
Ore lavorate | 526.181.510 | 685.867.225 | 822.379.390 | 56,29% |
Lavoratori | 467.850 | 535.675 | 629.431 | 34,54% |
Imprese | 102.265 | 113.172 | 127.193 | 24,38% |
Massa salari | 5.797.977.311 | 7.546.005.141 | 9.238.904.523 | 59,35% |