www.cresmedaily.it - Newsletter di economia del CRESME a cura di Giorgio Santilli

Newsletter di economia del CRESME a cura di Giorgio Santilli

Nel 1° semestre 2024 cresce l’offerta di case in affitto (+15,6%), ma dal 2015 è -56%. Dal 2019 canone medio in salita del 61% (+10,4% negli ultimi sei mesi)

Con questa breve analisi dell’offerta di abitazioni in locazione proseguiamo quanto è stato esposto in un precedente articolo dedicato all’offerta di abitazioni in vendita. Chi ha letto il precedente articolo conosce già la fonte dei dati utilizzati, ovvero la consueta rilevazione che il Cresme effettua semestralmente su diversi parametri dell’offerta immobiliare in vendita e in locazione (il numero di offerte, il prezzo medio di vendita, la superficie, il numero di locali).

La recente rilevazione relativa al primo semestre 2024 ci offre la possibilità di fare il punto anche sui quantitativi di offerta in locazione in termini numerici e di livello e variazione dei prezzi.

Dagli ultimi dati rilevati, l’offerta di abitazioni in locazione è di circa 46 mila abitazioni in Italia, in crescita moderata rispetto allo stesso periodo dello scorso anno (+5,2%) ed in forte incremento rispetto al semestre precedente (+15,8% sul 2° semestre 2023) quando non arrivava a 40 mila abitazioni. Da questa fotografia, però, l’offerta in locazione ci appare in crescita e ciò potrebbe far pensare ad un mercato fluido con ampia offerta nella quale i potenziali affittuari possono individuare l’abitazione più consona alle proprie esigenze ad un prezzo adeguato. In realtà la situazione è esattamente opposta e basta mettere in movimento i dati tornando indietro di alcuni semestri per vedere quanto l’offerta in locazione sia diminuita e quali tensioni si siano scaricate sui prezzi di locazione.

Tra il 2015 e il 2024, il numero di offerte si è ridotto del 56% passando da oltre 100 mila abitazioni alle attuali 46 mila; la riduzione segue un trend praticamente lineare che appare solo temporaneamente interrotto nel periodo 2020–2021, nel periodo della pandemia, quando un quantitativo rilevante di abitazioni destinate agli affitti brevi è confluito nel canale di pubblicizzazione delle offerte di locazione tradizionale di più lungo periodo. Ciò è avvenuto in concomitanza delle restrizioni agli spostamenti che avevano praticamente azzerato il mercato dell’affitto breve e turistico. Tuttavia, osservando il trend, è evidente come quelle abitazioni siano state rapidamente ritirate dall’offerta di locazione tradizionale e destinate nuovamente agli utilizzi precedenti.

Numero indice dell’offerta di abitazioni in locazione in Italia 2015-2024 (rilevazioni semestrali)
Composizione territoriale dell’offerta di abitazioni in locazione – 1° semestre 2024

Fonte: rilevazione ed elaborazione Cresme

Rispetto agli ambiti territoriali, nel 1° semestre 2024, le offerte di locazione si collocano per il 38% nelle città metropolitane (+2,3% rispetto allo scorso anno e +5,7% rispetto al semestre precedente); il 10% si rileva nelle corone urbane delle città metropolitane (gli hinterland; -1,5% rispetto allo scorso anno e -0,8% rispetto al semestre precedente); il 17% si colloca negli altri capoluoghi non città metropolitana (-0,8% rispetto allo scorso anno e -0,7% rispetto al semestre precedente); il 9% è nei comuni ad alta valenza turistica (+0,6% rispetto allo scorso anno e -0,2% rispetto al semestre precedente). Circa il 26% delle offerte è relativa agli altri comuni in cui si registra un calo del -0,5% rispetto allo scorso anno e un calo del -4,0% rispetto al semestre precedente.

Variazione dei prezzi delle abitazioni offerte in locazione – Italia
Dinamica dei prezzi di locazione delle abitazioni offerte in locazione per ambito territoriale 

Fonte: rilevazione ed elaborazione Cresme

Il livello medio nazionale dei prezzi, rilevato per le abitazioni offerte in vendita nel 1° semestre 2024, è di 15,5 € mensili al metro quadrato (1.550 € al mese per un alloggio di 100 mq) e la variazione tendenziale annua (rispetto al 1° semestre 2023) è pari al +10,4%. Nei grafici che seguono si osserva che il prezzo dell’offerta in locazione risulta in continua crescita dal 1° semestre 2019 quando il canone medio unitario era di 9,6 € mensili al metro quadrato (960 € al mese per un alloggio di 100 mq); tra il 2019 e il 2024 il livello medio nazionale dei prezzi offerti in locazione è aumentato di ben il 61%. Peraltro, quanto visto in precedenza in merito al riversamento sul mercato tradizionale dell’offerta di abitazioni provenienti dal mercato della locazione breve, è visibile anche nella dinamica dei prezzi con variazioni semestrali molto elevate nel 1° semestre 2020 (+18,3%) e nel 2° semestre 2020 (+14,7%). Diversamente dal numero di offerte, però, sul lato dei prezzi non c’è stato un riassorbimento, anzi, i canoni hanno continuato a crescere anche se con ritmi più contenuti. A partire dal 2023 si osserva una nuova accelerazione dei prezzi di locazione che salgono con tassi a due cifre nel 1° semestre 2023 (+11,4%), nel 2° semestre 2023 (+13,3%) e nell’ultima rilevazione del 1° semestre 2024 (+10,4%). Se la prima fase di incrementi (2020) era dovuta ad abitazioni destinate agli affitti brevi, quindi, localizzate in posizioni centrali o ben servite, probabilmente ristrutturate e di dimensioni contenute, la seconda ondata di incrementi (2023) appare connessa con l’impennata dei tassi di inflazione; l’aumento generalizzato dei prezzi ha, infatti, innalzato le attese di redditività che i proprietari hanno nei confronti dei propri immobili.

Dal punto di vista territoriale, a trainare la crescita dei prezzi medi in Italia, si evidenziano i le corone delle città metropolitane (+68,3% tra il 2019 e il 2024), i comuni ad alta valenza turistica (+63,4% tra il 2019 e il 2024) e i comuni non capoluogo (+62,9% tra il 2019 e il 2024). Tassi di incremento più contenuti si riscontrano nelle città metropolitane (+52,1% tra il 2019 e il 2024) e negli altri capoluoghi non città metropolitana (+38,9% tra il 2019 e il 2024).

Restringendo l’analisi della dinamica all’ultimo trimestre rilevato, vediamo che i comuni turistici mostrano un rallentamento evidente con il -0,9% nell’ultimo anno (dal 1° semestre 2023 al 1° semestre 2024) ed anche le corone urbane delle città metropolitane (+5,9% tra il 1° semestre 2023 e il 1° 2024) e i comuni non capoluogo (+7,9% tra il 1° semestre 2023 e il 1° 2024) mostrano un incremento contenuto più contenuto. Viceversa, le città metropolitane e gli altri capoluoghi mostrano una tensione elevata verso la crescita rispettivamente del +14,0% e del +10,0% nell’ultimo anno tra il 1° semestre 2023 e lo stesso periodo del 2024.