I disoccupati si riducono di 84 mila unità, con una flessione del 4,6% in tre mesi mentre gli inattivi di 15-64 anni, cioè coloro che non lavorano né sono alla ricerca di un lavoro, crescono di 32 mila unità, +0,3%. Il tasso di occupazione raggiunge così il 62,2% (+0,2), quello di disoccupazione scende al 6,8% (-0,3 punti) e il tasso di inattività 15-64 anni è stabile al 33,1%. Ai dati del trimestre aprile-giugno si aggiungono poi i dati provvisori di luglio che, rispetto al mese precedente, mostra un aumento degli occupati (+56 mila, +0,2%) e del relativo tasso (+0,1 punti) che si associa alla diminuzione del tasso di disoccupazione (-0,4 punti) e alla crescita di quello di inattività 15-64 anni (+0,2 punti).
Nel secondo trimestre, l’occupazione cresce anche in termini tendenziali (+329 mila, +1,4% in un anno), anche se con minore intensità rispetto ai precedenti sei trimestri, coinvolgendo, pure in questo caso, i dipendenti a tempo indeterminato (+3,3%) e gli indipendenti (+0,6%) a fronte della diminuzione dei dipendenti a termine (-6,7%) . Il numero degli occupati si attesta a 23 milioni 976 mila unità. Prosegue il calo dei disoccupati (-194 mila in un anno, -10,2%) e, a ritmi meno sostenuti rispetto al trimestre precedente, quello degli inattivi tra i 15 e i 64 anni (-32 mila, -0,3%). Tale dinamica si riflette nella crescita del tasso di occupazione (+0,7 punti rispetto al secondo trimestre 2023) e nella diminuzione dei tassi di disoccupazione (-0,8 punti) e di inattività (-0,2 punti). Il numero delle persone in cerca di occupazione scende a 1 milione 710 mila.
Dal lato delle imprese prosegue, con un aumento dello 0,5%, la crescita congiunturale delle posizioni lavorative dipendenti osservata a partire dal secondo trimestre 2021; l’intensità della crescita è simile per la componente a tempo pieno e lievemente inferiore per quella a tempo parziale (+0,4%); anche in termini tendenziali la crescita delle posizioni dipendenti (+2,6%) è più marcata tra i full time (anch’essa a +2,6%) e leggermente più contenuta tra i part time (+2,4%). Le ore lavorate per dipendente diminuiscono in termini congiunturali (-1,0%), pur aumentando in termini tendenziali (+0,3%). Il ricorso alla cassa integrazione scende a 7,5 ore ogni mille ore lavorate. Il tasso dei
posti vacanti diminuisce di 0,1 punti nel confronto congiunturale e di 0,3 in quello tendenziale.
Il monte ore lavorate su base congiunturale (dati destagionalizzati) diminuisce dello 0,7% nell’industria e aumenta dell’1,2% nei servizi; su base annua (al netto degli effetti di calendario), invece, cresce in entrambi i settori, dell’1,0% e del 5,0% rispettivamente; le ore lavorate per dipendente diminuiscono nell’industria dello 1.0,9% e nei servizi dello 0,8% in termini congiunturali, mentre diminuiscono nell’industria (-1,1%) e aumentano nei servizi (+1,1%) rispetto al secondo trimestre 2023. Per le costruzioni , si registra una crescita zero rispetto al trimestre precedente, e del 3% rispetto allo stesso trimestre del 2023. Le ore lavorate per dipendente calano dello 0,4% rispetto al trimestre precedente e dell’1,8% annuo.
Dal gennaio 2019 al luglio 2024, più 1 milione di occupati, metà sono donne ma rimangono fermi o quasi i giovani under 25
A luglio, come certifica l’Istat, l’occupazione ha toccato per la prima volta la soglia dei 24 milioni di occupati. Rispetto al gennaio 2019, l’aumento è di oltre 1 milione e 33mila addetti. A gennaio di cinque anni fa, gli occupati complessivi erano 22 milioni 976mila. E’ a marzo 2019 che viene superata la soglia dei 23 milioni (23 milioni e 103 mila) e sopra questa asticella il numero si manterrà fino a febbraio 2020. A marzo 2020, in piena emergenza covid, si registra una brusca decelerazione con un tonfo a 22 milioni 652 mila. E’ un’emorragia quella che segue nei mesi successivi se si considera che a giugno 2020 gli occupati calano a 22 milioni e 23 mila unità. Lentamente poi riparte la risalita per arrivare di nuovo sopra i 23 milioni a marzo 2022, con 23 milioni 67 mila unità. Dopo mesi di andamento altalenante, dall’ultimo trimestre del 2022, l’occupazione ingrana la marcia di una crescita sostenuta per i sei trimestri successivi (da ottobre 2022 a marzo 2024). L’occupazione, si è visto, è cresciuta anche nel secondo trimestre del 2024 anche se, come ha rilevato l’Istat, con minore intensità per poi tagliare il record dei 24 milioni. In questi cinque anni e mezzo, l’occupazione femminile è cresciuta di oltre mezzo milione di unità, la metà del totale, dunque. Dai 9 milioni 731 mila di gennaio 2019 si arriva al record di 10 milioni 241 mila di luglio 2024. Nel pieno della pandemia tocca il punto più basso a giugno 2020 con 9 milioni 195 mila unità. Riparte poi la fase di crescita, anche se non costante, per arrivare a superare la soglia dei 10 milioni ad agosto 2023. Segue un’ulteriore fase di crescita che porta ai 10 milioni 241 mila di luglio 2024. E’ la categoria degli occupati under 25 che dal 2019 al luglio scorso non presenta significativi scostamenti. Se a gennaio 2019, i giovani occupati sotto i 25 anni erano 4 milioni 292 mila, l’ultimo dato di luglio indica quota 4 milioni 352 mila unità. Un andamento piatto con un aumento di circa 60 mila un