www.cresmedaily.it - Newsletter di economia del CRESME a cura di Giorgio Santilli

Newsletter di economia del CRESME a cura di Giorgio Santilli

Il calo demografico diventa strutturale per l’Italia: il CRESME prevede oltre 2 milioni di abitanti in meno al 2031, l’ISTAT 1,23 milioni

Al netto del saldo per altri motivi (-107.029 abitanti), il conto provvisorio della popolazione residente al 31 dicembre 2023 è di 58.882.720 residenti, circa 115mila abitanti in meno rispetto all’anno precedente, che fanno seguito ai 180 mila in meno del 2022, i 200mila in meno del 2021 ed alla cifra record del 2020, che, scontando gli effetti della crisi sanitaria, aveva fatto registrare oltre 400mila abitanti in meno.

Dopo una fase di intensa crescita, quindi, dovuta soprattutto al forte incremento dei flussi migratori internazionali, dal 2013 il conto dei residenti ha evidenziato un sistematico calo, con un bilancio che fino ad oggi conta circa 1,46 milioni di abitanti in meno (-2,42%).

 

Tabella 1. – Serie storica e scenario previsionale della popolazione residente complessiva
SERIE STORICA SCENARIO PREVISIONALE
ipotesi bassa ipotesi centrale ipotesi alta
2013 60.345.917      
2014 60.295.497 2024 58.588.881 58.692.615 58.800.815
2015 60.163.712 2025 58.283.174 58.482.875 58.696.154
2016 60.066.734 2026 57.978.739 58.268.319 58.581.507
2017 59.937.769 2027 57.666.918 58.043.399 58.451.605
2018 59.816.673 2028 57.334.147 57.791.849 58.290.894
2019 59.641.488 2029 56.990.949 57.526.358 58.111.978
2020 59.236.213 2030 56.635.915 57.245.435 57.914.626
2021 59.030.133 2031 56.269.279 56.949.920 57.699.717
2022 58.997.201 2032 55.893.275 56.642.217 57.470.058
*  2023 58.882.720 2033 55.507.393 56.323.351 57.227.072
Variazione 2014-2023 Variazione 2024-2033
Valore assoluto -1.463.197 Valore assoluto -3.375.327 -2.559.369 -1.655.648
Valore percentuale -2,4% Valore percentuale -5,7% -4,3% -2,8%

Fonte: Demo/SI – CRESME su dati ISTAT

* Dato provvisorio (58.989.749 residenti al netto del saldo per altri motivi: iscritti 45.104, cancellati 152.133)

Ad ogni nuovo rilascio della statistica demografica, quindi, lo scenario di declino della popolazione trova ulteriore conferma, ed in questa edizione dello studio le proiezioni della popolazione sono state ritoccate leggermente a ribasso. Le proiezioni del sistema previsionale Demo/SI-CRESME, infatti, all’orizzonte del prossimo decennio definiscono un’aspettativa di calo che nell’ipotesi più ottimistica si potrebbe limitare a circa 1,65 milioni di abitanti (-2,8%), sensibilmente peggiorativa rispetto all’edizione precedente, nella quale la perdita di popolazione arrivava ad 1,5 milioni di abitanti (-2,5%). Nell’ipotesi più sfavorevole, invece, il calo demografico potrebbe giungere a 3,37 milioni di unità (-5,7%), contro i 3,2 dell’edizione precedente (-5,5%). Secondo l’ipotesi centrale, invece, quella più probabile, il calo atteso sarebbe di circa 2,56 milioni di abitanti (-4,3%), una riduzione importante, quindi, anche in questo caso superiore ai 2,4 milioni di abitanti dell’edizione precedente (-4,1%). Una riduzione importante, quindi, conseguenza del progressivo indebolimento dei flussi migratori dall’estero ma, soprattutto, del vasto processo di invecchiamento della struttura demografica e del deterioramento del bilancio naturale.

Tabella 2. – Serie storica e scenario previsionale della popolazione residente complessiva
2021 2031 2041 Valore assoluto Valore percentuale
2022-2031 2032-2041 2022-2031 2032-2041
CRESME 59.030.133            
Bassa 56.269.279 51.696.166 -2.760.854 -4.573.113 -4,68% -8,13%
Centrale 56.949.920 53.053.703 -2.080.213 -3.896.217 -3,52% -6,84%
Alta 57.699.717 54.588.213 -1.330.416 -3.111.504 -2,25% -5,39%
ISTAT 59.030.133            
Bassa 57.421.546 54.939.074 -1.608.587 -2.482.472 -2,73% -4,32%
Centrale 57.786.537 56.146.049 -1.243.596 -1.640.488 -2,11% -2,84%
Alta 58.154.568 57.355.940 -875.565 -798.628 -1,48% -1,37%

Fonte: Demo/SI – CRESME su dati ISTAT

Nel confronto con le ultime proiezioni elaborate dall’ISTAT, tuttavia, lo scenario CRESME sembra decisamente più severo. Partendo da una popolazione base al 31 dicembre 2021 di 59.030.133 abitanti, nell’ipotesi centrale di scenario secondo il CRESME in un decennio si giungerebbe a 56.949.920 residenti, sensibilmente meno dei 57.786.537 previsti nell’ipotesi centrale ISTAT, in termini relativi -3,5% secondo il CRESME e -2,1% secondo l’ISTAT. Nell’orizzonte ventennale, poi, la divaricazione tra i due scenari diviene ancora più evidente, con circa 3,9 milioni di abitanti in meno secondo il CRESME (-6,8%), mentre per  l’ISTAT il calo si fermerebbe a 1,6 milioni di abitanti (-2,8%).

Analizzando le singole componenti del bilancio demografico, le motivazioni alla base di risultati così differenti appaiono subito evidenti.

Grafico 2. – Serie storica e scenario previsionale delle nascite (Ipotesi Centrale)

Fonte: Demo/SI – CRESME su dati ISTAT

La dinamica delle nascite, dopo un decennio in sistematico e rilevante calo, nel prossimo ventennio segnerebbe una attenuazione del calo secondo il CRESME, mentre, secondo l’ipotesi centrale ISTAT, segnerebbe una netta sostanziale stabilizzazione.

La differenza appare chiaramente evidente anche nello scenario delle morti, che, superato il valore di picco del 2020, riconducibile alla crisi pandemica, secondo il CRESME nel prossimo ventennio seguirà un andamento in crescita, in linea con l’andamento storico, fino al completamento della transizione demografica, con il passaggio del folto contingente degli anni ‘60 (baby-boomers) nella fascia di età più anziana; secondo l’ISTAT, invece, l’andamento dei morti segnerà una sensibile attenuazione nel primo decennio di previsione ed un incremento nel secondo.

Grafico 3. – Serie storica e scenario previsionale delle morti (ipotesi Centrale)

Fonte: Demo/SI – CRESME su dati ISTAT

Le sostanziali differenze nelle dinamiche naturali scaturiscono da ipotesi sugli scenari migratori notevolmente differenti.

Grafico 4. – Serie storica e scenario dei movimenti migratori e per altri motivi (ipotesi Centrale)

Fonte: Demo/SI – CRESME su dati ISTAT * Provvisorio – Saldo censuario ancora non pubblicato

L’ISTAT, infatti, definisce gli scenari migratori basandosi sull’osservazione dei dati di flusso, con una stima per il 2022 del saldo migratorio pari a 267mila abitanti in più, sostanzialmente in linea con il valore definitivo relativo allo stesso anno (+288mila abitanti). Nel quinquennio successivo il valore del saldo migratorio segna una progressiva riduzione, per poi stabilizzarsi sempre su livelli alti nella fase successiva (264mila unità).

In sostanza l’ipotesi ISTAT sui flussi migratori non tiene conto dei consistenti ritocchi operati ai dati di flusso con le attività di verifica e validazione statistica, riportate nel movimento anagrafico sotto la voce iscrizioni e cancellazioni per “altri motivi” e “saldo Censuario”.

Grafico 5 – Saldo censuario e per altri motivi

Fonte: CRESME su dati ISTAT * Provvisorio – Saldo censuario ancora non pubblicato

In entrambi i casi, infatti, si tratta di interventi operati sui dati di flusso provenienti dalle anagrafi comunali, finalizzati, nel primo caso, alla verifica degli archivi anagrafici comunali in base ai risultati dell’ultimo censimento tradizionale realizzato nel 2011, nel secondo caso, dell’intervento operato annualmente dall’ISTAT con l’introduzione del Censimento Permanente, che dal 2018 in poi prevede delle procedure di verifica e validazione dei dati di flusso anagrafici cercando “segnali di vita amministrativa” in un vasto database in cui confluiscono una molteplicità di archivi amministrativi (INAIL, INPS, Ministero delle Finanze, Agenzia delle entrate, ecc.).

Tabella 3. – L’entità del ritocco dei dati di flusso demografico.
  2019 2020 2021 2022 2023
Saldo anagrafico per altri motivi -132.814 -185.940 -107.615 -107.029
Saldo censuario totale 18.689 -42.768 47.813 28.016
Saldo censuario e per altri motivi -114.125 -228.708 -59.802 28.016 -107.029

Fonte: CRESME su dati ISTAT * Provvisorio – Saldo censuario ancora non pubblicato

Sia per gli “Altri motivi”, sia per il “Saldo Censuario”, l’osservazione delle dinamiche storiche evidenzia il prevalere del segno meno, lasciando ipotizzare, quindi, una importante sottostima nei dati di flusso soprattutto della componente relativa alle cancellazioni anagrafiche, sostanzialmente, trasferimenti all’estero non prontamente contabilizzati.

Lo scenario dei movimenti migratori definita dal CRESME, quindi, tiene conto anche degli effetti dell’attività di “pulizia” e validazione statistica dei dati di flusso operata dall’ISTAT, con un valore del saldo che dagli iniziali 167mila abitanti in più si assesta rapidamente su un valore di 33mila unità.

 

Invecchiamento della popolazione: si riduce l’incremento delle famiglie

Con il transito nella fascia di età più anziana delle cospicue generazioni nate durante il boom demografico degli anni ’60, la transizione demografica giungerà a compimento. La componente più giovane della popolazione (<15 anni) passerà dal 12,3% attuale a circa l’11% della popolazione complessiva, la componente più anziana (>64 anni), invece, dall’attuale 24% nell’arco di un decennio arriverà a superare il 29%.

Grafico 6. – Evoluzione della struttura per età della popolazione residente complessiva

Fonte: Demo/SI – CRESME su dati ISTAT

Le trasformazioni della struttura demografica si ripercuoteranno sulla dinamica delle famiglie, quindi sull’andamento della domanda abitativa primaria.

Il dato ufficiale sul numero di famiglie, tuttavia, è stato diffuso solo con riferimento al 2018, 2019, 2020, 2021 e 2022, i dati più recenti e la ricostruzione della serie storica è ancora in fase di elaborazione da parte dell’STAT. In attesa che venga reso disponibile il dato ufficiale, il CRESME ha effettuato una stima basata sul dato della vecchia serie applicato alla nuova serie della popolazione.

Secondo le nostre stime, nel prossimo decennio la crescita del numero di famiglie dovrebbe rallentare significativamente, non tanto per la riduzione della popolazione delle classi di età centrale (25-35 anni), quelle dove si concentra l’abbandono del nucleo di origine per dare vita ad una nuova famiglia, che dopo la fuoriuscita delle generazioni dei baby-boomers rimarrà stabile su livelli bassi, il ritmo di crescita delle famiglie tenderà a ridursi per il forte aumento del numero di morti, quindi, delle estinzioni di famiglie esistenti.

Grafico 7 – Serie storica e scenario previsionale delle famiglie residenti

Fonte: Demo/SI – CRESME su dati ISTAT – * Dati ufficiali ISTAT

A fine 2023 in Italia stimiamo 26,43 milioni di famiglie residenti, 381mila in più di quelle di dieci anni prima, con un incremento in termini relativi del +1,46%. Le stime per il prossimo decennio definiscono invece una forbice compresa tra una ipotesi alta con 454mila famiglie in più (+1,72%) ed una ipotesi bassa con un calo stimato di 380mila famiglie (-1,44%). Nell’ipotesi centrale, quella più probabile, nel prossimo decennio il conto delle famiglie sarà sostanzialmente stabile, con 17mila unità in più (+0,07%). In definitiva, anche nell’ipotesi più ottimistica, nel prossimo decennio l’incremento delle famiglie sarà assai modesto, di molto inferiore ai valori di picco della fase espansiva del settore costruzioni (2,8 milioni di famiglie in più tra 2001 e 2011).

Tabella 4. – Serie storica e scenario previsionale delle famiglie residenti
SERIE STORICA SCENARIO PREVISIONALE
ipotesi bassa ipotesi centrale ipotesi alta
2013 26.049.891      
2014 26.119.480 2024 26.414.086 26.462.621 26.512.482
2015 26.153.867 2025 26.392.387 26.487.697 26.586.527
2016 26.203.357 2026 26.365.136 26.504.085 26.650.862
2017 26.238.869 2027 26.338.234 26.518.420 26.711.189
2018 26.277.765 2028 26.307.733 26.528.140 26.765.041
2019 26.292.765 2029 26.267.375 26.525.719 26.805.186
* 2020 26.205.757 2030 26.221.873 26.516.853 26.837.266
* 2021 26.206.246 2031 26.170.511 26.500.765 26.861.071
  * 2022 26.400.326 2032 26.113.322 26.477.755 26.876.904
2023 26.431.455 2033 26.051.270 26.448.854 26.885.974
Variazione 2014-2023 Variazione 2024-2033
Valore assoluto 381.564 Valore assoluto -380.185 17.399 454.518
Valore percentuale 1,46% Valore percentuale -1,44% 0,07% 1,72%

Fonte: Demo/SI – CRESME su dati ISTAT.  * Censimento permanente della popolazione e delle abitazioni

Enrico Campanelli

Laureato in Architettura con indirizzo Urbanistico, dal 1997 svolge attività di ricerca presso il CRESME, occupandosi in particolare della realizzazione di studi ed analisi di supporto alla pianificazione urbanistica e territoriale (scenari demografici e dimensionamento della domanda residenziale e non residenziale), collaborando, tra gli altri, al processo pianificatorio di Roma, Milano e Napoli. È l’ideatore ed il responsabile del sistema informativo e previsionale demografico DemoSI-CRESME, strumento di base per numerosi studi e ricerche dell’Istituto.