www.cresmedaily.it - Newsletter di economia del CRESME a cura di Giorgio Santilli

Newsletter di economia del CRESME a cura di Giorgio Santilli

Dopo la paralisi da digitalizzazione di gennaio, a febbraio bandi di lavori ai livelli 2021. Ora si attendono i nuovi interventi PNRR, ma il biennio d’oro è finito

L'Osservatorio sugli appalti del CRESME registra bandi di gara di lavori pubblici per 1.807 milioni dopo il dato di gennaio (628 milioni) che ha segnato il valore mensile minimo degli ultimi cinque anni. L'avvio della digitalizzazione, dal 1° gennaio, ha comportato la brusca frenata che era stata evitata con l'entrata in operatività, a luglio, del codice 36 (soprattutto grazie alla spinta PNRR). A febbraio, però, sono già evidenti i segnali di ripresa con gli importi moltiplicati per tre e il ritorno ai livelli del 2021.

Anche il dato di febbraio segna una caduta del 57% rispetto al 2023 dopo il -84,5% di gennaio. Certamente agisce un dato strutturale, la fine della fase dei bandi di gara del PNRR che nel triennio 2021-2023 ha portato ad aggiudicazioni per 200 miliardi (oltre 150 nel biennio d’oro 2022-2023). Nei prossimi due o tre mesi si attendono i bandi di gara per i nuovi interventi entrati nel PNRR con la revisione approvata dall’Ecofin l’8 dicembre scorso. Ma la forte presenza di incentivi (soprattutto Transizione 5.0) e gli interventi di trasformazione green fanno pensare che non ci saranno dati comparabili a quelli dei mesi scorsi. Tanto più che il decreto legge 19 ha annunciato drastici tagli agli investimenti del Piano nazionale complementare che si sarebbero dovuti appaltare in questi mesi.

Gli anni d’oro del PNRR (ora spostati sull’esecuzione) non torneranno quindi per la fase dei bandi di gara e avvio delle procedure: questo dato strutturale necessariamente comporta il doversi aspettare un ritorno degli appalti ai livelli pre-PNRR. In questo senso, il dato di febbraio sembra preludere a una “nuova normalità”, considerando che l’importo di 1.807 milioni del febbraio 2024 è molto vicino ai 1.985 milioni del febbraio 2021 e non così lontano dai 2.249 milioni del febbraio 2020, pre-PNRR e anche pre-Covid.

Si deve comunque tener conto che al dato strutturale si somma un dato congiunturale – dovuto appunto all’avvio della digitalizzazione – che farebbe pensare un lento ritorno alla normalità e a un graduale superamento del trauma di gennaio. Una conferma si potrà avere soltanto con il dato di marzo. Certo è che tutti i dati principali – non solo quello totale generale – segnano a febbraio mediamente valori tripli rispetto a gennaio.

Alcuni dati specifici confermano quest’analisi della ripresa dopo il blocco di gennaio, anche con dati straordinari. Per esempio fra le tipologie di stazioni appaltanti. Le ferrovie, per esempio, hanno avviato procedure per 182 milioni a febbraio contro i 7 milioni di gennaio. I gestori di reti, infrastrutture e servizi pubblici nazionali sono passati da 9 milioni a 329 milioni (teniamo conto che a febbraio 2023 erano stati 1.583 milioni). I gestori di reti, infrastrutture e servizi pubblici locali sono passati da 54 milioni a 354, i comuni da 158 milioni a 646. Insomma tutti hanno accusato a gennaio il calo da fine del PNRR e ancor più il blocco da digitalizzazione. Il calo da PNRR resta, il blocco da digitalizzazione sembra in via di superamento.