Era già successo a giugno e ottobre che Bankitalia rivedesse le previsioni del PIL al ribasso. Si era partiti a gennaio con +1,2%, poi a giugno + 1,0%, infine a ottobre +0,8%.
Quelle diffuse venerdì sono le prime previsioni da quando Fabio Panetta è Governatore. A pesare sul rallentamento sono ora, secondo Via Nazionale, soprattutto gli investimenti, frenati dal maggior costo del finanziamento, dalle difficoltà di accesso al credito e dalla fine degli incentivi al settore edilizio. L’occupazione continuerà a crescere ma a ritmi meno elevati rispetto al 2023. L’inflazione in forte frenata, all’1,9%.
Per altro le previsioni per il triennio (sia per il 2025 che per il 2026 è previsto +1,1% anche per effetto dei benefici del PNRR) sono condizionate dal contesto geopolitico che potrebbe produrre un’ulteriore frenata qualora si verificassero incertezze o tensioni ulteriori sui mercati delle materie prime e finanziari.
Via Nazionale si attesta ora tre decimi sotto la previsione della commissione UE, due decimi sotto la previsione del Governo con la NADEF, un decimo rispetto all’ISTAT, che prevede +0,7% come Fondo monetario, OCSE e CRESME.