www.cresmedaily.it - Newsletter di economia del CRESME a cura di Giorgio Santilli

Newsletter di economia del CRESME a cura di Giorgio Santilli

Bankitalia: di 8,2 miliardi di lavori definanziati dal PNRR erano già state bandite le gare per 6 miliardi

Un grafico pubblicato a pagina 41 del Bollettino n. 3/2024 di Bankitalia ha il pregio di fare il punto, pressoché definitivo, sullo stato di attuazione dei progetti di lavori pubblici definanziati dal PNRR, suddivisi per tipologia di stazione appaltante. I dati sono ripresi da ANAC e dalle casse edili, ma le elaborazioni e il grafico sono particolarmente efficaci. La colonnina più interessante è ovviamente quella dei comuni che hanno pagato il prezzo più alto, in termini di stralcio, della revisione. Il 32% di opere comunali che rimangono nel Pnrr era così composto: il 7% di opere non aggiudicate, l'8% di opere aggiudicate e il 17% di opere in fase di esecuzione.

Il 68% stralciato dal Pnrr era invece composto con il solo 14% di opere non aggiudicate , il 32% di opere aggiudicate e il 22% di opere in fase di esecuzione. Quindi, secondo l’elaborazione grafica di Bankitalia, il 79% delle opere comunali era stato già aggiudicato o era in fase di esecuzione e di queste oltre due terzi (il 54% del totale) sono state stralciate dal Pnrr. Solo il 15% delle opere comunali non era stato ancora aggiudicato contro il 63% delle opere delle amministrazioni centrali, il 37% delle Regioni, il 22% delle Province. Erano i comuni in ritardo, come è stato a lungo sostenuto?

Citiamo ora testualmente il bollettino di Bankitalia, proprio nelle ultime righe. “Gli interventi completamente eliminati dal Piano ammontavano a 8,2 miliardi di finanziamenti, ad alcuni dei quali erano riconducibili gare già bandite per un importo complessivo di poco più di 6 miliardi (di cui oltre tre quarti per bandi aggiudicati e tre quinti per progetti già in fase di esecuzione). Il 37 per cento degli interventi esclusi riguarda opere da realizzare nel Mezzogiorno, per 2,4 miliardi di euro di gare pubblicate da rifinanziare. L’eliminazione dal Piano ha interessato il 70 per cento delle
gare bandite dai Comuni (il 19 per cento in termini di importo). Di queste, circa un terzo era stato aggiudicato e un quinto era già in fase di attuazione. I definanziamenti hanno invece inciso in misura marginale sui bandi delle stazioni appaltanti centrali”.