www.cresmedaily.it - Newsletter di economia del CRESME a cura di Giorgio Santilli

Newsletter di economia del CRESME a cura di Giorgio Santilli

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Nello scorso intervento (CRESME Daily 161), abbiamo visto come, usando i dati ufficiali dell’ISTAT per gli anni 2018-2022, a fronte di una crescita di 683.285 famiglie si fossero ritirate concessioni edilizie per 224.105 nuove abitazioni, mentre si si utilizzano i dati CRESME le nuove abitazioni sarebbero state 367.000.
Sulla base dei dati ISTAT disponibili sappiamo che in Italia nel 2022 risiedevano 58.997.201 abitanti e 26.400.326 famiglie, che le famiglie italiane sono sempre più piccole -la dimensione media è ora di 2,2 componenti- e che un terzo delle famiglie è composta da persone che vivono sole. Nonostante il calo della popolazione le famiglie italiane continuano a crescere.
Nel primo trimestre del 2024 sono cresciuti, rispetto al quarto trimestre del 2023, i permessi di costruire rilasciati per la realizzazione di nuove abitazioni sia in numero (da 13.796 a 14.393) sia in superficie utile abitabile espressa in metri quadrati (da 1.170.994 a 1.216.696). La crescita congiunturale al netto di fattori stagionali è stata rispettivamente del +4,3% e del +3,9%.
Quante saranno le opere che dovranno avere una progettazione in BIM il prossimo anno con l'abbassamento (previsto dal codice 36) da 5,4 milioni a 1 milione della soglia da cui scatta l'obbligo? Impossibile una previsione precisa, ovviamente, ma ci si può avvicinare. E ci si può avvicinare al numero dei progetti che perderanno l'obbligo del Bim se l'innalzamento della soglia da 1 a 2 milioni entrerà - come si vocifera insistentemente nei palazzi romani - nel decreto correttivo del codice 36 che sta mettendo a punto il ministro Salvini.
E' un'economia "vischiosa", ancora in fase di attesa, con divergenze ridotte e oscillazioni limitatissime fra il 2024 e il 2025 nelle varie aree del pianeta, con un risultato complessivo del prodotto a livello mondiale che resta inchiodato fra il +3,2% e il +3,3%. Lo dice il Fondo monetario internazionale e anche le revisioni delle previsioni per i singoli Paesi, rispetto al world economic outlook di aprile, sono impercettibili: le eccezioni più rilevanti sono la Cina, con 0,4 punti percentuali di crescita in più sia nel 2024 che nel 2025, ma mantenendo il calo del PIL fra i due anni, e la Spagna che nel solo 2024 incassa mezzo punto in più. Eppure i rischi globali ci sono ancora, dice l'FMI, quello dell'inflazione soprattutto è ancora alto per via dei servizi che mantengono prezzi alti e ritardano la disinflazione generale. L'Italia non si sottrae a questo clima generale con una previsione per il 2024 di 0,7% e per il 2025 +0,9%, in linea con le previsioni internazionali e al di sotto della previsione del governo che continua a ritenere possibile un +1% quest'anno e +1,2% il prossimo.
Un grafico pubblicato a pagina 41 del Bollettino n. 3/2024 di Bankitalia ha il pregio di fare il punto, pressoché definitivo, sullo stato di attuazione dei progetti di lavori pubblici definanziati dal PNRR, suddivisi per tipologia di stazione appaltante. I dati sono ripresi da ANAC e dalle casse edili, ma le elaborazioni e il grafico sono particolarmente efficaci. La colonnina più interessante è ovviamente quella dei comuni che hanno pagato il prezzo più alto, in termini di stralcio, della revisione. Il 32% di opere comunali che rimangono nel Pnrr era così composto: il 7% di opere non aggiudicate, l'8% di opere aggiudicate e il 17% di opere in fase di esecuzione.
Le vicende più recenti hanno evidenziato quanto il fattore energia sia divenuto centrale nella definizione dei livelli di competitività di imprese e territori. Strategie di investimento mirate a ottimizzare l’utilizzo delle risorse e ridurre gli sprechi sono poste oggi al centro dell’agenda politica.
Gli addetti ai lavori e gli interessati al mercato immobiliare già conoscono i dati OMI relativi al primo trimestre dell’anno in corso che confermano la tendenza al calo in atto anche nel 2023, mostrando un segno negativo più intenso delle attese con il -7,2%. Sono noti anche i dati relativi ai capoluoghi di provincia che nel 1° trimestre del 2024 scendono del -8,2% mentre i comuni non capoluogo subiscono un minore impatto con il -6,8%.
I matrimoni misti in Italia, intesi come unioni tra cittadini italiani e stranieri, rappresentano un fenomeno sempre più rilevante dal punto di vista demografico e sociale. La provenienza geografica degli sposi stranieri in matrimoni misti è diversificata. Secondo i dati ISTAT, le principali nazionalità coinvolte sono Albania, Marocco, Romania e Tunisia per gli uomini e Romania, Ucraina, Brasile e Filippine per le donne, nelle proporzioni evidenziate dal grafico. Questa varietà riflette i flussi migratori verso l'Italia e la presenza di comunità straniere consolidate nel paese.
A luglio del 2021, nel pieno dell’euforia per la ripresa post-pandemica, il tasso di inflazione armonizzato sui prezzi al consumo in Italia, su base annua, era pari all’1,0%; l’indice aggregato per l’area euro era pari al 2,2%; il tasso di riferimento della politica monetaria comune era pari allo 0% (politica monetaria espansiva).