Una ripartizione di risorse così squilibrata in un piano nazionale strategico come quello in questione è un fatto inedito. Ora il contratto ANAS va all’approvazione del CIPESS, il comitato interministeriale per la programmazione economica e lo sviluppo sostenibile, e farlo passare non sarà un’operazione semplice per il ministro delle Infrastrutture, Matteo Salvini, che lo propone.
Il Diario dei nuovi appalti aveva anticipato il tema della stretta connessione fra questa programmazione tutta favorevole alla Calabria e l’avanzamento del progetto del Ponte sullo Stretto di Messina con l’articolo che si può leggere qui.
Sarà interessante vedere come Salvini motiverà questa ripartizione. Gli argomenti per difenderla non mancano: c’è un parziale finanziamento del Fondo sviluppo coesione (FSC) che nella quota regionale è stato concordato con le Regioni interessate e che nella quota nazionale presenta comunque vincoli territoriali di destinazione dell’80% al Mezzogiorno; c’è un evidente collegamento al progetto del Ponte che Salvini e il Governo considerano talmente prioritario da destinargli l’87% delle risorse stanziate per le infrastrutture nella legge di bilancio 2024; c’è la necessità di completare la costruzione e la manutenzione straordinarie di opere strategiche, come la Jonica SS 106, la A2 Salerno-Reggio Calabria e le vie di accesso al porto di Gioia Tauro, che sono in ballo da anni e che sono state in gran parte escluse dal PNRR in quanto strade.
Certo, i numeri potrebbero essere integrati, successivamente, con altri fondi aggiuntivi. Intanto, però, le altre Regioni del Sud si devono accontentare di 294 milioni la Puglia, 172 la Sicilia, 163 la Campania, 105 la Basilicata, 97 il Molise, 83 la Sardegna. Va un po’ meglio alle grandi Regioni del Centro-nord e in particolare al Lazio (759 milioni), all’Emilia-Romagna (521 milioni), al Piemonte (475 milioni), al Veneto (342 milioni) e alla Lombardia (319 milioni).