www.cresmedaily.it - Newsletter di economia del CRESME a cura di Giorgio Santilli

Newsletter di economia del CRESME a cura di Giorgio Santilli

Il settore delle costruzioni è sempre meno importante per l’economia mondiale, pesano la frenata cinese e la crisi residenziale globale. L’Italia resta alta, al 14,6% del Pil

Il settore delle costruzioni è sempre meno importante per l’economia mondiale. Quest’anno il rapporto tra investimenti e output aggregato scenderà all’11,7%, il valore più basso di tutti gli anni Duemila. La causa è l’esplosione della crisi residenziale in molte economie avanzate e soprattutto – date le dimensioni in gioco – del rallentamento del fenomeno delle costruzioni in Cina.

Per decenni edilizia e genio civile hanno aiutato Pechino a raggiungere i target di crescita pluriannuali; oggi che lo sviluppo infrastrutturale ed edilizio, soprattutto abitativo, non può più garantire i livelli di crescita del passato, l’industria cinese si trova a fare i conti con un eccesso di capacità produttiva che, per non rimanere inutilizzata, necessita di nuovi mercati sui cui operare (secondo alcuni analisti questo è uno dei motivi che stanno alla base della ambiziosa strategia cinese della Nuova Via della Seta).

Guardando altrove e limitandosi ai mercati più importanti, valori molto elevati di incidenza del settore sull’economia si osservano in Qatar, negli Emirati Arabi e in Indonesia, paesi in cui, a fasi alterne, lo sviluppo edilizio e infrastrutturale è ancora centrale in un’ottica di diversificazione economica e di sviluppo socio-economico di lungo periodo. Da osservare la notevole importanza che le costruzioni e il loro indotto rivestono sull’economia di paesi come Turchia, India e Malesia e, non solo da quest’anno, anche in Italia (14,6% di incidenza settoriale, il dato più importante dopo l’esplosione della crisi dei mutui subprime nel 2008).

Grafico. Peso delle Costruzioni sul Pil  nel 2023 (Valori %)

Fonte: CRESME/SIMCO

Per interpretare questi dati, tuttavia, va tenuto conto dell’effetto del fattore prezzi (nella figura si utilizzano valori monetari calcolati ai prezzi del 2022); laddove il fenomeno inflativo nel settore è stato più marcato e superiore alla media dell’economia, il calcolo del rapporto tra investimenti e PIL restituisce un peso delle costruzioni più importante – non a caso, molti paesi europei, dove la crisi energetica ha colpito duramente le produzioni energivore, come cemento, laterizi o lavorazione dei metalli, hanno visto aumentare significativamente il peso settoriale sull’economia rispetto al più recente passato. A titolo di esempio, se si considerassero gli aggregati misurati a valori costanti 2015 (come in contabilità nazionale Istat), gli investimenti in costruzioni rappresenterebbero “solo” il 10% del PIL italiano, e non il 14,6% che si osserva utilizzando il 2022 come base di calcolo.