Eurostat ha svolto anche un’analisi per scomporre la crescita del PIL che conferma il peso dell’export. Il contributo positivo all’aumento del PIL del saldo della bilancia commerciale (esportazioni meno importazioni) è stato di ben +0,9 punti percentuali per l’area euro e di +0,6 punti percentuali per la UE, mentre molto più limitata è risultata l’altra componente positiva, quella dei consumi delle famiglie (+0,1 punti percentuali per entrambi EU ed eurozona). Neutra la componente della spesa pubblica, negative invece le altre componenti: -0,3 punti percentuali dagli investimenti fissi lordi e -0,3 punti dalla variazione delle scorte. Queste ultime tre componenti sono risultate uguali per UE ed Eurozona.
Il grafico evidenzia invece la classifica del PIL per i singoli Paesi. I quattro Paesi più grandi dell’eurozona hanno tutti comportamenti diversi: la Spagna resta ferma con il dato più alto a +0,7%, l’Italia accelera da +0,1% a +0,3%, la Francia flette leggermente da +0,3% a +0,2%, la Germania dà il segnale più importante con la possente inversione di rotta da -0,5% a +0,2%. Resta il dato fondamentale della Spagna che scappa avanti e dei tre Paesi fondatori che invece stazionano nella parte bassa della classifica.
La classifica non rende giustizia alla Danimarca che chiude in ultima posizione accusando un -1,8% ma dopo aver registrato uno straordinario +2,7% congiunturale nel quarto trimestre 2023. Un exploit dovuto soprattutto alla crescita del colosso farmaceutico Novo Nordisk, che alla fine dello scorso anno ha reso nota la previsione di un fatturato di 30,7 miliardi di euro, in crescita del 30% rispetto al 2022 soprattutto per effetto del successo del suo farmaco basato sul semaglutide e progettato per combattere l’obesità (che ora però deve far fronte alla concorrenza di analoghi prodotti cinesi). Novo Nordisk è diventata nel 2023 la società europea con la maggiore capitalizzazione di mercato, oggi 585 miliardi di euro, superando persino il gigante del lusso francese LVMH.