Il valore totale di aprile 2024 è di 4 miliardi e 44 milioni contro i 956 milioni del 2020, i 2.038 milioni del 2021, i 5.271 milioni del 2022 e i 4.416 milioni del 2023.
Il fenomeno che stiamo descrivendo non è del tutto nuovo perché a marzo il dato 2024 era stato addirittura superiore al 2022: 3.536 contro 3.212 milioni. Impossibile qualunque confronto con il 2023 perché il marzo 2023 è stato uno dei mesi record del periodo Pnrr con 8.074 milioni di procedure di lavori avviate.
Anche il dato complessivo del primo quadrimestre conferma questa fotografia visto che i 10,2 miliardi del 2024 sono lontanissimi dai fuochi d’artificio del 2023 (20,7 miliardi) e dal dato del 2022 (18,6 miliardi) ma nettamente più alti del valore del 2020 (7,8 miliardi) e di quello del 2021 (8,7 miliardi).
Nell’osservazione dei prossimi mesi bisognerà anche mettere a fuoco se queste procedure di appalto si tradurranno poi in aggiudicazione con i ritmi velocissimi della fase Pnrr o se, con il ritorno all’ordinario, servirà più tempo.
Non è affatto escluso, per altro, che ad alimentare questo risultato piuttosto buono di aprile possa esserci anche una certa quota di appalti Pnrr, vale a dire le ultime code del primo piano Draghi e qualche anticipazione del piano rivisto Meloni-Fitto (questa seconda ipotesi è però abbastanza difficile perché, finché non sarà pubblicato il decreto MEF che recepisce la decisione dell’Ecofin dell’8 dicembre 2023, le amministrazioni sono praticamente ferme).