Nel solo mese di ottobre, che ha segnato il picco in questo anno record, sono stati affidati lavori per 10,8 miliardi. Il numero di appalti aggiudicati nel corso dell’anno è 7.404, quasi il doppio rispetto ai 3.799 del 2022.
Un dato sorprendente rivela che non c’è solo PNRR nel risultato complessivo del 2023. Ci sono 10 miliardi di aggiudicazioni fatte dall’ANAS e, come è noto, le strade sono fuori dal Piano nazionale di ripresa e resilienza. Gli appalti integrati, che sono la tipologia contrattuale prevalente nel PNRR, sono pari a 36,6 miliardi e si fermano sotto il 40% del totale. Il 60% delle aggiudicazioni sono quindi appalti di sola esecuzione dei lavori e fra questi ci sono molti lavori comunali.
Da segnalare i 17,9 miliardi di opere ferroviarie aggiudicate, i 10,7 miliardi di lavori dei gestori di reti, infrastrutture e servizi pubblici locali e 11,1 miliardi di appalti aggiudicati da gestori nazionali differenti dai trasporti (energia in particolare).
Il dato delle aggiudicazioni dei comuni è molto alto, 12,9 miliardi di euro, dopo quello molto alto dei bandi di gara (24 miliardi), a conferma di un lavoro davvero straordinario svolto dai sindaci, dentro e fuori il PNRR. Una grana in più per il governo che ha stralciato 10 miliardi di progetti comunali dal PNRR che, a questo, si può stimare siano stati in larga parte appaltati. Il decreto legge che il governo approverà a giorni dovrà necessariamente rifinanziare una larga parte di quei progetti.
Il dato territoriale evidenzia un vero boom di opere aggiudicate al Sud con un totale di 37,1 miliardi contro i 16,4 miliardi del Nordovest, 14,3 miliardi del Nordest e i 14,2 miliardi del Centro. In questo dato territoriale, invece, il PNRR pesa molto proprio in virtù del vincolo del 40% degli interventi finanziati nel Mezzogiorno.