Gli attuali commissari straordinari ex decreto legge 34/2019 godono di poteri molto ampi che non hanno uguali nelle precedenti edizioni recenti di questa figura. In sostanza devono sottostare soltanto al diritto europeo e alla legge penale, potendo derogare a tutto il resto. Questi poteri sono stati attribuiti dal primo decreto legge semplificazioni 76/2020 del governo Conte 2.
Nel settore delle opere pubbliche, i commissari sono una figura da sempre controversa, per i risultati raggiunti e per le difficoltà di rapporti con le amministrazioni ordinarie che dovrebbero sostituire o affiancare nelle funzioni.
Figura rilanciata in epoca recente dall’articolo 13 del decreto legge 67/1997 che fu applicato dal Governo Prodi (ministro ai Lavori pubblici Paolo Costa) con la nomina di 152 commissari straordinari per altrettante opere considerate strategiche, poi revocati e rinominati dal governo Berlusconi (ministro delle Infrastrutture Pietro Lunardi) in applicazione dell’articolo 2 della legge 166 del 2002.
Più recentemente, i commissari sono stati rilanciati con il decreto legge 32/2019 “sblocca-cantieri” dal governo giallo-verde Conte 1 (ministro delle Infrastrutture Danilo Toninelli ma l’iniziativa legislativa fu molto spinta in Parlamento dalla Lega) e poi fortemente potenziati, come detto, con il decreto legge 76/2020 dal governo giallo-rosso Conte 2 (ministro delle Infrastrutture Paola De Micheli).
Da questo ultimo provvedimento sono scaturite poi le nomine degli attuali commissari, 46 per 125 opere, in due differenti tranche, aprile e agosto 2021, in una vera e propria corsa innescata dal Parlamento e recepita (con molta freddezza) dal ministro Enrico Giovannini (governo Draghi).
I risultati positivi (evidenziati dal grafico) di crescita delle opere aggiudicate, appaltate e cantierate sono dovuti all’azione dei commissari, ma anche in gran parte dalle corsie speciali nelle fasi di autorizzazione, aggiudicazione e contrattualizzazione previste dal decreto legge 77/2021, approvato dal governo Draghi per semplificare e velocizzare le procedure delle opere PNRR (cosiddetto decreto semplificazioni 2). Le opere commissariate ne hanno beneficiato in parte perché loro stesse rientranti nel PNRR-PNC e in parte per il fatto che alle opere commissariate sono state estese le procedure straordinarie relative agli interventi PNRR.
Per una valutazione definitiva del funzionamento dei poteri commissariali sarà quindi necessaria una verifica relativa al periodo successivo al 2026, data di scadenza del PNRR. A quel punto i commissari dovranno tornare ad agire, come in passato, senza il “paracadute” PNRR.